TikTok nasconde le persone brutte?

Lo sostengono alcuni documenti interni pubblicati da The Intercept, che però TikTok dice essere obsoleti

(Justin Sullivan/Getty Images)
(Justin Sullivan/Getty Images)

Il sito di inchieste The Intercept ha pubblicato due documenti che mostrano le regole di moderazione di TikTok, l’applicazione cinese per produrre e condividere brevi video usata in tutto il mondo da milioni di persone, soprattutto adolescenti. Un documento riguarda la sezione Per te, dove vengono mostrati contenuti selezionati dalla app: raccomanda ai moderatori di non mostrare immagini di persone brutte, obese, troppo magre e con disabilità fisiche, e ambienti molto poveri, disordinati e sporchi. L’altro riguarda i livestream e stabilisce i criteri che portano alla loro interruzione e a un eventuale allontanamento dell’utente dalla piattaforma, che può essere temporaneo o definitivo, in base alla gravità del contenuto.

Il portavoce di TikTok, Josh Gartner, ha spiegato a The Intercept che «la maggioranza» delle linee guida sui livestream «non è più in uso o in alcuni casi non è mai stata applicata» e che le limitazioni sulle immagini di persone e ambienti giudicati non piacevoli «erano un primo tentativo di prevenire il bullismo ma non sono più effettive e non lo erano già quando The Intercept le aveva ottenute».

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The Intercept scrive che i documenti sono stati redatti in Cina e successivamente tradotti in inglese – come mostrano alcune frasi sgrammaticate e poco naturali – e diffuse nei 12 uffici di TikTok in tutto il mondo. TikTok è nata nel 2017 e appartiene a ByteDance, una società di Pechino fondata nel 2012 che gestisce app e siti popolari ed è paragonabile a un corrispettivo cinese di Facebook. Da tempo la app viene guardata con sospetto in Occidente e l’anno scorso gli Stati Uniti avevano analizzato eventuali collegamenti con il governo cinese e avevano successivamente vietato ai soldati americani di usarlo sui telefonini governativi per il timore che potesse raccogliere dati e controllare i contenuti. Ora The Intercept accusa TikTok di usare dei metodi censori sui suoi 800 milioni di utenti mensili e contemporaneamente di volersi proporre come una startup della Silicon Valley che promuove la libertà di espressione e la creatività.

In particolare il documento che riguarda la sezione Per te chiede di non mostrare video di persone con deformità fisiche, obese, troppo magre, con troppe rughe, con la pancia gonfia, il sorriso sbilenco e altre disabilità fisiche perché sono «molto meno attraenti e non vanno raccomandate ai nuovi utenti». Lo stesso vale per le baraccopoli, le zone rurali povere, le case poco curate, molto sporche e disordinate, con crepe nei muri e ornamenti vecchi e poco decorosi: «questo tipo di ambienti non è adatto per i nuovi utenti perché è poco alla moda e poco attraente». Non è chiaro per quanto tempo la pratica sia stata attuata. Gartner ha spiegato che è un regolamento applicato da TikTok nei primi tempi per limitare il bullismo.

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Una fonte ha raccontato a The Intercept che gli operatori di TikTok organizzano delle video riunioni abituali per spiegare agli influencer e ai creatori di contenuti a quali regole attenersi per non creare video che vadano contro le regole di TikTok e in ultima analisi di ByteDance. Gartner, il portavoce di TikTok, non ha commentato l’accusa.

Il secondo documento pubblicato da The Intercept spiega quali sono i criteri per bloccare una diretta streaming, che può essere realizzata solo dagli utenti con più di 1000 followers. Le possibili infrazioni sono 64, suddivise in 13 diverse categorie; ognuna prevede una punizione specifica. Per esempio alcuni contenuti, come le immagini che mostrano armi, devono essere semplicemente interrotti, altri oltre a essere interrotti causano il bando dell’utente per un periodo ridotto di tempo o per sempre.

Sono vietati contenuti che promuovono il razzismo e il nazismo, quelle che spingono al suicidio e qualsiasi immagine di violenza, pornografia e pedopornografia, compresi video in cui appaiono capezzoli e baci appassionati. Non si possono fare livestream cantando o ballando in modo sessualmente esplicito o in cui si parla di riproduzione sessuale. Gartner ha confermato che «la politica di TikTok per gli streaming è particolarmente attenta ai contenuti sessuali». Possono sembrare delle restrizioni antidemocratiche e repressive ma va anche ricordato che TikTok è usato soprattutto da bambini e adolescenti e le regole così restrittive ne hanno consentito, in parte, il successo.

Le regole di moderazione del documento proibiscono anche contenuti più strettamente politici. Vengono interrotti i livestreaming – e comportano un divieto indefinito – che «mettono in pericolo la sicurezza nazionale, l’onore e gli interessi nazionali, divulgano segreti di stato, incitano alla sovversione del potere dello stato»; «documenti, discorsi, immagini e video che minano l’unità nazionale»; «che incitano all’odio nazionale, alla discriminazione etnica, alla distruzione dell’unità nazionale, come il separatismo, i conflitti di setta, i confitti tra i gruppi etnici» e quelli che «incitano all’indipendenza dell’Irlanda del Nord, della Repubblica di Cecenia, del Tibet e di Taiwan, che esagerano i conflitti etnici tra bianchi e neri». È anche vietato diffamare e criticare funzionari pubblici, leader religiosi, poliziotti, soldati, capi di stato e di governo e loro familiari.

La maggior parte degli utenti che infrangono le regole non riceve una spiegazione sull’interruzione degli streaming o sull’allontanamento dalla piattaforma, perché l’esistenza delle regole da rispettare non è stata resa pubblica.

Altri documenti ottenuti da The Intercept indicano che impiegati di TikTok fingono di essere normali utenti e gestiscono “account ombra” che pubblicano contenuti particolarmente richiesti o considerati attraenti e interessanti. The Intercept scrive che alcuni ricercano i contenuti più popolari su Instagram, li scaricano e li pubblicano su TikTok.

Nel settembre 2019 il Guardian aveva pubblicato documenti con regole di moderazione simili, in cui TikTok «ordinava ai suoi moderatori di censurare video che parlano di piazza Tiananmen, dell’indipendenza tibetana o di gruppi religiosi come il Falun Gong». TikTok rispose che quelle regole non erano più in uso e che nei primi tempi aveva cercato di restringere i contenuti conflittuali.

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