Ci sono animali, piccolissimi, a cui non serve l’ossigeno per vivere

E non sono molti: da poco è stato scoperto che non serve a un parassita dei salmoni, imparentato alla lontana con meduse e coralli

I puntini bianchi dentro questi pezzi di salmone sono parassiti del genere Henneguya (Wikimedia Commons)
I puntini bianchi dentro questi pezzi di salmone sono parassiti del genere Henneguya (Wikimedia Commons)

Il 24 febbraio sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences è stato pubblicato un articolo su un diffusissimo parassita dei salmoni, un minuscolo animale appartenente al phylum degli cnidari, quello di meduse e coralli, che ha una notevole particolarità: non ha bisogno dell’ossigeno per vivere. Non solo: se anche lo avesse a disposizione non se ne farebbe nulla, perché non ha i mitocondri, quegli organelli presenti in buona parte delle cellule animali e vegetali che regolano la respirazione cellulare e così producono l’energia che mantiene in vita le cellule. Per ogni cellula del cuore umano, per dire, ce ne sono cinquemila.

Questo piccolissimo animale da meno di 10 cellule si chiama Henneguya salminicola e – secondo i ricercatori dell’Università di Tel Aviv che l’hanno studiato – ha perso la capacità di respirare nel corso della sua evoluzione: nel suo DNA non ci sono più i geni grazie a cui la stragrande maggioranza degli animali riesce a farlo. Alcuni giornali hanno scritto che è il primo animale che non usa l’ossigeno a essere mai stato scoperto. In realtà ce ne sono almeno altri tre, tutti minuscoli animaletti marini appartenenti al phylum dei Loricifera, ma è comunque una caratteristica straordinaria.

Henneguya salminicola sono noti alla scienza da tempo, ma fino a poco tempo fa non si sapeva che fossero imparentati alla lontana con le meduse. Infatti non assomigliano per niente a questi animali e solo le analisi genetiche hanno permesso di appurare il legame tra loro. Tra gli cnidari appartengono alla classe (un altro tipo di categoria con cui in biologia si classificano gli esseri viventi) dei mixozoi. Tutti gli animali di questa classe si sono evoluti in modo diverso da quanto è successo, per esempio, a Homo sapiens, la nostra specie: non si sono evoluti in organismi sempre più complessi, ma si sono semplificati nel tempo, perdendo alcune delle caratteristiche che avevano, tra cui i mitocondri. È controintuitivo e per questo gli scienziati che hanno studiato i Henneguya salminicola si sono stupiti del fatto che fossero parenti delle meduse. Per fare un paragone che renda l’idea, è come se avessero scoperto l’esistenza di un mammifero unicellulare.

Un’altra particolare caratteristica dei Henneguya salminicola è che le spore attraverso cui si riproducono – l’equivalente di ovuli e spermatozoi umani – sono multicellulari, ma nel corso dello sviluppo il numero delle loro cellule diminuisce: crescendo è come se cercassero di tornare degli organismi unicellulari, un’altra ragione per cui sembra che nel corso dell’evoluzione si siano semplificati, invece che diventare più complessi.

Non si sa ancora come facciano questi animali a vivere senza ossigeno. Ci sono altri parassiti, che però non sono animali, capaci di farlo: prendono l’ATP, la sostanza prodotta dai mitocondri per produrre energia nelle cellule, dagli organismi che infestano. È possibile che i Henneguya salminicola lo facciano con i salmoni.