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  • Domenica 9 febbraio 2020

Tiger Woods e le Olimpiadi si vogliono molto

Lui per partecipare una volta nella vita, loro per ragioni di visibilità e soldi: la sua qualificazione però non è scontata

(Sean M. Haffey/Getty Images)
(Sean M. Haffey/Getty Images)

Dall’edizione del 2016 a Rio de Janeiro il golf è tornato uno sport olimpico, per la terza volta dopo le due apparizioni di inizio Novecento. Ma quattro anni fa in Brasile, in uno dei momenti di massima visibilità mondiale per la disciplina, non ci fu il suo esponente più famoso di sempre, l’americano Tiger Woods. Per via di un infortunio e una successiva operazione alla schiena, infatti, Woods saltò interamente la stagione sportiva del 2016, comprese le Olimpiadi. Quest’anno il golf sarà nuovamente presente nell’edizione di Tokyo ma non è ancora certo che Woods riesca a qualificarsi, nonostante sia tornato a competere ad altissimi livelli e nonostante il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) desideri fortemente averlo in Giappone, per motivi di prestigio, visibilità e soprattutto soldi.

Il New York Times ha raccontato che quando nel 2008 due funzionari della International Golf Federation andarono in Svizzera per provare a convincere il CIO ad ammettere il golf come disciplina olimpica, capirono in fretta che la preoccupazione del comitato era soltanto una: «Tiger Woods ci sarà?». Sembrava ovvio: insieme a Usain Bolt, Tiger Woods era l’atleta più famoso al mondo e più dominante nella propria disciplina, reduce dalla decima stagione su undici al primo posto del raking mondiale.

Ma l’infortunio alla schiena e l’operazione che ebbe nel 2015 gli fece saltare tutti e quattro i Majors dell’anno seguente, cioè i tornei più importanti della stagione golfistica. Dopo più di un secolo il golf tornò alle Olimpiadi senza il giocatore più rappresentativo della sua storia, e la medaglia d’oro andò al britannico Justin Rose.

La carriera di Woods era in realtà in declino da anni, sia per gli infortuni sia per i problemi personali che ebbe tra il 2009 e il 2010, con il grande scandalo generato dalle sue numerosi relazioni extraconiugali. Dopo il 2009 Woods cominciò a vincere molto meno, e dal 2013 in poi non vinse più nessun torneo del PGA Tour, la principale organizzazione golfistica statunitense. Ma da un paio d’anni Woods, che oggi ha 44 anni, è tornato ad alti livelli, e nel 2019 ha vinto l’Augusta Masters, il primo dei quattro Majors della stagione.

Tiger Woods ai Farmers Insurance Open di San Diego, il 23 gennaio 2020 (Donald Miralle/Getty Images)

Il ritorno di Woods ad alti livelli, scrivono da tempo in molti, è un’ottima notizia per il golf: è stato infatti uno dei pochissimi golfisti la cui fama è uscita dai confini degli appassionati dello sport, riuscendo ad attirare milioni di nuovi spettatori ai tornei e in televisione, e rendendo il golf uno sport molto più lucrativo. Per fare un esempio, gli USPGA Championship del 2018, un altro torneo dei Majors al quale Woods non partecipava da due anni, ebbero il 73 per cento in più degli spettatori rispetto a dodici mesi prima, quando Woods non c’era, e la più grande audience dal 2009: l’ultimo anno in cui Woods aveva partecipato con possibilità di vincere.

È il motivo per cui il CIO era fortemente interessato ad averlo alle Olimpiadi. Per qualificarsi, entro il 22 giugno Woods deve essere tra i primi quattro golfisti statunitensi a rientrare tra i primi 15 del ranking mondiale. Attualmente è il quarto, dietro Brooks Koepka, Justin Thomas e Dustin Johnson. Dovrà mantenere la posizione in tutta la prima parte di questa stagione, ma soltanto qualche settimana fa il suo posto era stato brevemente occupato dall’americano Patrick Cantlay. Ora dietro di lui, tra gli americani, c’è Webb Simpson.

Non è detto, comunque, che tutti gli americani qualificati decideranno di partecipare alle Olimpiadi: se nel 2016 i primi quattro avevano rifiutato di andare in Brasile per timore del virus Zika, quest’anno a scoraggiare i golfisti potrebbe esserci il fatto che il torneo olimpico di Tokyo si terrà due settimane dopo i British Open e due settimane prima dei playoff della FedEx Cup, due tornei che premiano con diversi milioni di dollari il vincitore, e per questo molto attraenti per i golfisti. Potrebbe addirittura succedere, inoltre, che se Woods rimanesse escluso dalle Olimpiadi uno dei golfisti americani qualificati gli ceda il posto.

In un’intervista, Woods ha detto che partecipare alle Olimpiadi sarebbe «un’esperienza unica nella vita, specialmente all’età che ho, visto che non so se avrò molte altre occasioni».