La Corte di Cassazione ha deciso che si dovrà ripetere il processo di appello sul caso dell’omicidio di Marco Vannini

(ANSA/FACEBOOK MARCO VANNINI)
(ANSA/FACEBOOK MARCO VANNINI)

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta della procuratrice generale Elisabetta Cennicola e ha deciso di annullare la sentenza della Corte d’Appello sul caso dell’omicidio di Marco Vannini e di far ripetere il processo.

Marco Vannni fu ucciso il 17 maggio 2015 a Ladispoli, in provincia di Roma, nella villa della fidanzata Martina. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti a ucciderlo fu il padre della ragazza, Antonio Ciontoli, che gli sparò sotto la spalla destra per sbaglio mentre gli stava mostrando una pistola di sua proprietà. Vannini venne portato in pronto soccorso in codice verde perché Ciontoli non rivelò inizialmente di avergli sparato, ma disse che il ragazzo si era ferito con un pettine scivolando nella vasca. Vannini morì poche ore dopo.

Nel processo che ne è seguito è stata coinvolta tutta la famiglia Ciontoli, e in primo grado Antonio Ciontoli era stato condannato a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale. In appello però il reato era stato derubricato a omicidio colposo con colpa cosciente, e Ciontoli era stato condannato a 5 anni di reclusione. La fidanzata di Vannini, Martina, il fratello di questa, Federico, e la moglie di Ciontoli, Maria Pezzillo, erano stati invece condannati a 3 anni per omicidio colposo. Viola Giorgini, la fidanzata di Federico, che era in casa al momento dell’omicidio, era stata invece assolta. La procuratrice generale aveva chiesto l’annullamento della sentenza, chiedendo che venisse riconosciuto l’omicidio volontario per tutta la famiglia Ciontoli.