I soldati americani feriti nell’attacco iraniano dell’8 gennaio sono 50

(Win McNamee/Getty Images)
(Win McNamee/Getty Images)

Martedì il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha detto che 50 militari americani hanno subìto una commozione cerebrale durante gli attacchi iraniani nella base militare di Asad, in Iraq, avvenuti mercoledì 8 gennaio: 31 sono stati curati in Iraq e sono tornati in servizio, 18 sono stati portati in Germania per ulteriori accertamenti e uno in Kuwait, che è tra i soldati che hanno già ripreso servizio.

Subito dopo l’attacco il segretario della Difesa Mark Esper e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avevano detto che nessun soldato americano era stato ferito. Dieci giorni dopo le forze armate avevano detto però che alcuni soldati avevano poi riportato sintomi da commozione cerebrale e venerdì scorso il dipartimento della Difesa aveva parlato di 34 soldati feriti, 16 in meno rispetto alla cifra diffusa martedì. I funzionari della Difesa hanno spiegato che le commozioni cerebrali possono non manifestarsi subito ma comparire nei giorni successivi: anche le nuove stime sono provvisorie e potrebbero cambiare nei prossimi giorni.

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