La sfilata in bianco e nero di Chanel

La seconda volta al Grand Palais della direttrice creativa Virginie Viard, con pochi colori e il giardino di un orfanotrofio

(AP Photo/Francois Mori)
(AP Photo/Francois Mori)

Martedì c’è stata la sfilata di Chanel al Grand Palais di Parigi, il grande padiglione sugli Champs-Élysées che ospita tradizionalmente le sfilate parigine della casa di moda francese. Come sempre lo spazio interno del padiglione è stato allestito con scenografie insolite per una sfilata di moda, questa volta con le somiglianze di un antico giardino che ricordasse quello del chiostro dell’orfanotrofio di Aubazine, in Francia, dove passò l’infanzia Coco Chanel. A sfilare erano i capi di haute couture della collezione primavera/estate, e c’erano tra le altre le modelle Kaia Gerber e Gigi Hadid. Era la seconda sfilata di questo tipo di Virginie Viard, che ha preso il posto del direttore creativo Karl Lagerfeld dopo la sua morte l’anno scorso.

Secondo Vanessa Friedman, la critica di moda del New York Times, Viard ha portato avanti «la semantica del suo mentore e predecessore Karl Lagerfeld, anche se in modo più minimale e naturale». Si sono visti tailleur, tanti collant bianchi, grandi pizzi, giacche doppiopetto, per una collezione quasi interamente in bianco e nero. Secondo Friedman i capi si sono susseguiti «in una progressione che andava dalla scolaretta alla governante, con attitudini sia naïve sia severe», ma il messaggio generale era un po’ datato: «questi sono ruoli, alla fine, alla quale erano confinate un tempo le donne. Coco Chanel se ne era liberata. Viard non ancora, ma almeno si sta muovendo – a piccoli passi – nella direzione giusta».