I casi di meningite in provincia di Bergamo

Hanno causato due morti e una certa psicosi nei giorni di Capodanno, ma le cose stanno tornando a posto

Persone in coda per il vaccino contro la menengite a Iseo (provincia di Brescia), 7 Gennaio 2020 (ANSA/ FILIPPO VENEZIA)
Persone in coda per il vaccino contro la menengite a Iseo (provincia di Brescia), 7 Gennaio 2020 (ANSA/ FILIPPO VENEZIA)

Nelle ultime settimane in diversi comuni nel territorio fra Bergamo e Brescia, in Lombardia, sono stati riscontrati quattro casi di meningite, che hanno causato la morte di due persone. Il rischio di ulteriori contagi è stato ridotto grazie all’intervento della autorità sanitarie locali e al momento non c’è un’epidemia, come ha confermato il governo regionale. Le notizie circolate nei primi giorni avevano comunque generato un notevole allarmismo, a sua volta amplificato dai social network e dalla intensa copertura dei giornali.

La meningite è una malattia del sistema nervoso centrale che porta a una forte infiammazione delle meningi, le membrane che fanno da involucro al cervello (encefalo) e al midollo spinale. Le cause di una meningite possono essere di vario tipo, ma quelle più ricorrenti sono dovute a infezioni da particolari virus e batteri. Se non curata in tempo, la meningite può causare danni neurologici permanenti e nei casi più gravi anche la morte. In Italia si registrano circa duecento casi di meningite ogni anno, e i più diffusi si devono al tipo B e C della malattia. Per entrambi esistono vaccini che prevengono il rischio di contrarre la malattia, ma non sono obbligatori.

I casi riscontrati tra Brescia e Bergamo hanno riguardato il tipo C della meningite. Secondo l’Istituto superiore di sanità, l’organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale, i casi registrati sono stati quattro fra il 2 dicembre 2019 e il 2 gennaio 2020. I primi tre a Villongo, un paese in provincia di Bergamo molto vicino al lago d’Iseo, hanno interessato due ragazze di 19 e 16 anni e un uomo di 36 anni. Il terzo caso, in particolare, si è verificato intorno ai giorni di Natale, cosa che ha generato una certa agitazione nel periodo delle feste.

Gli ultimi due pazienti sono sopravvissuti, mentre la 19enne è morta il 3 dicembre, appena un giorno dopo avere manifestato i primi sintomi. Il quarto caso era stato invece registrato a Predore, una decina di chilometri più a est: una donna di 48 anni è morta il 3 gennaio poche ore dopo essere stata ricoverata all’ospedale di Brescia.

Il Corriere della Sera ha scritto che le notizie sui quattro casi hanno provocato «l’assalto ai presidi sanitari della zona» e «l’esaurimento delle scorte dei vaccini», portando «all’apertura di ambulatori straordinari e alla richiesta di rifornimenti e di rinforzi per immunizzare gratuitamente la popolazione sotto i 60 anni». I giornali locali hanno dato conto di diverse code per vaccinarsi, mentre la parrocchia di Villongo ha deciso di non invitare i fedeli allo “scambio della pace” – cioè il momento che prevede la stretta di mano – durante le messe.

Per giorni sui gruppi di Facebook degli abitanti della zona sono stati pubblicati messaggi sui vaccini, alcuni dei quali piuttosto allarmanti e in alcuni casi infondati. Giorgio Bertazzoli – sindaco di Sarnico, uno dei paesi più grandi della zona – ha pubblicato bollettini quotidiani sul gruppo “Sei di Sarnico se…”, fornendo orari e indicazioni per le sessioni di vaccinazione, e anche l’ATS di Bergamo (Agenzia di Tutela della Salute, la vecchia ASL) ha aggiornato in tempo reale la propria pagina Facebook.

Il vaccino contro la meningite C è stato distribuito gratuitamente da ospedali e ATS mentre si è formato un coordinamento fra ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, AGENAS (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e le varie autorità sanitarie locali e regionali. «In pochi giorni abbiamo aperto 14 ambulatori straordinari», ha spiegato all’Eco di Bergamo l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera: «siamo arrivati nelle scuole, senza chiuderle, e arriveremo in 25 aziende. Sono positivamente colpito dal senso di responsabilità di molti amministratori locali, degli imprenditori che hanno messo a disposizione spazi e strutture per le vaccinazioni ai propri dipendenti, dei cittadini che hanno compreso l’importanza della vaccinazione quale strumento preferenziale di difesa». In tutto sono state vaccinate circa 20mila persone, che secondo il Corriere della Sera equivalgono al 60 per cento della popolazione della zona.

Al momento le preoccupazioni di diversi abitanti della zona si sono spostate sui danni al turismo: il sindaco di Sarnico ha parlato di «prenotazioni annullate» negli alberghi e di negozi e ristoranti «semivuoti» nei giorni di massima preoccupazione.