La Juventus non potrà presentare altri ricorsi contro l’assegnazione all’Inter dello Scudetto del 2006

(Marco Lussoso/LaPresse)
(Marco Lussoso/LaPresse)

Il Collegio di garanzia del CONI, ultimo grado della giustizia sportiva italiana, ha reso note le motivazioni della sentenza con la quale lo scorso novembre aveva dichiarato inammissibile l’ennesimo ricorso della Juventus contro l’assegnazione all’Inter dello Scudetto del 2006, revocatole nell’ambito dello scandalo “Calciopoli”. Stando a quanto comunicato dal Collegio, già il precedente ricorso presentato dalla Juventus a maggio «non avrebbe potuto più essere oggetto di deliberazione alcuna da parte del sistema di giustizia sportiva». La dirigenza della Juventus, tuttavia, decise di presentarne ugualmente un altro sostenendo erroneamente che l’allora Corte d’Appello federale fosse composta da membri decaduti dopo l’entrata in vigore del nuovo codice di giustizia sportiva. Quest’ultima decisione ha portato al giudizio di inammissibilità da parte del Collegio e alla condanna di 10 mila euro di spese a carico del club.

La decina di ricorsi presentati negli ultimi anni dalla Juventus e sempre respinti contestavano il fatto che all’epoca dell’assegnazione dello Scudetto 2005/06 non fossero ancora emerse alcune intercettazioni, per le quali il procuratore federale Stefano Palazzi contestò all’Inter un illecito sportivo, seppur minore, senza però procedere perché i fatti erano caduti in prescrizione. Prima di rivolgersi alla giustizia sportiva, la Juventus aveva fatto ricorso anche alla giustizia ordinaria, ricevendo però un respingimento definitivo dalla Corte di Cassazione. Secondo la Federazione, inoltre, rivolgendosi alla giustizia ordinaria la Juventus non rispettò l’accordo compromissorio firmato nel 2006 con cui rinunciò all’impugnazione dell’assegnazione dello Scudetto revocato.