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  • Venerdì 27 dicembre 2019

È stato arrestato l’investitore di Corso Francia

Per Pietro Genovese sono stati disposti gli arresti domiciliari: è stato confermato che al momento dell'incidente era ubriaco, ma non che fosse drogato

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Giovedì è stato arrestato Pietro Genovese, il ventenne che sabato scorso aveva investito due ragazze 16enni in Corso Francia a Roma, uccidendole: per lui la gip ha disposto gli arresti domiciliari, che gli sono stati notificati nella sua casa di Roma. Nell’ordinanza si è esclusa l’ipotesi che al momento dell’incidente Genovese fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, come invece scritto nei giorni scorsi da diversi giornali: il test è sì risultato positivo alla cannabis e alla cocaina, ma il risultato indica soltanto la presenza di droga nel sangue senza rilevare quando sia stata assunta. È quindi possibile che Genovese avesse fatto uso di droghe giorni prima dell’incidente.

È invece stato confermato il grado alcolemico di 1,4 g/l, che corrisponde a un alto livello di ubriachezza e che è ben oltre il limite previsto dalla legge, di 0,5 g/l, e di 0 g/l nel caso dei neopatentati come Genovese. L’ordinanza della gip dice che davanti agli agenti, sabato notte, il ragazzo «si palesava in visibile stato confusionale e alito vinoso». L’altro aspetto che ha motivato i domiciliari è l’alta velocità alla quale andava Genovese, probabilmente tra i 70 e gli 80 km/h in una strada dove il limite era di 50 km/h. L’infrazione corrisponde a un «addebito di colpa», dice l’ordinanza, perché «un’andatura entro i limiti previsti e adeguata allo stato dei luoghi avrebbe verosimilmente evitato le tragiche conseguenze dell’impatto tra il suv e le due povere vittime».

Sempre l’ordinanza di arresto spiega che «le due vittime hanno tenuto una condotta vietata e incautamente spericolata così concorrendo alla causa del sinistro mortale»: Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, le due ragazze 16enni morte nell’incidente, avevano attraversato Corso Francia lontane dalle strisce pedonali, mentre il semaforo era verde per gli automobilisti, scavalcando il guard rail, di notte e mentre pioveva. La gip ha anche rilevato che nell’incidente «ha influito anche un’illuminazione “colposamente” insufficiente».

Soltanto giovedì, infine, è emerso che a bordo dell’auto con Genovese c’erano due amici. L’ordinanza fa riferimento anche ai precedenti di Genovese, per motivarne l’arresto: «Le precedenti contestazioni e provvedimenti amministrativi non hanno avuto alcun effetto deterrente, Genovese si è messo alla guida dell’autovettura nonostante avesse assunto bevande alcoliche e nonostante in passato gli fosse già stata ritirata la patente». A Genovese era stata da poco restituita la patente, dopo una breve sospensione seguita al ritrovamento di piccole quantità di hashish in suo possesso (era stato fermato a piedi).