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  • Martedì 10 dicembre 2019

Le nuove proteste contro la riforma delle pensioni in Francia

Sono in corso grandi manifestazioni in tutto il paese, in vista della bozza di riforma che verrà presentata domani

(Damien MEYER / AFP)
(Damien MEYER / AFP)

Oggi in diverse città della Francia i sindacati francesi hanno organizzato nuove grandi manifestazione di protesta contro la riforma delle pensioni proposta dal governo del presidente Emmanuel Macron, come già avevano fatto giovedì scorso. È da giovedì inoltre che è in corso un grande sciopero dei trasporti: 11 linee metropolitane di Parigi sono chiuse e due terzi dei treni del paese sono cancellati. Le manifestazioni maggiori sono in corso a Parigi, Rennes, Lione e Marsiglia e per ora si sono svolte in gran parte pacificamente: a Rennes ci sono stati alcuni scontri tra manifestanti e polizia, che ha sparato gas lacrimogeni per disperdere la folla. Secondo i numeri forniti dalle prefetture delle varie città, al momento i partecipanti allo sciopero sono meno della metà rispetto a giovedì scorso.

Domani il governo dovrebbe presentare la versione finale della riforma. Il suo obiettivo è riorganizzare il sistema pensionistico francese, considerato complesso e inefficiente dato che è composto da 42 regimi pensionistici, 10 dei quali disponibili soltanto ai dipendenti di SNCF, l’azienda ferroviaria statale. Riformare il sistema, però, comporta togliere agevolazioni a molte categorie di lavoratori e aumentare la loro età pensionabile – cosa che ha attirato le maggiori critiche – oltre a cambiare il modo in cui le pensioni vengono calcolate. Il governo francese vorrebbe introdurre un sistema basato sugli effettivi contributi versati, mentre i regimi vigenti permettono a molti lavoratori di calcolare la pensione sulla base degli anni di contribuzione in cui hanno versato più soldi.

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La Francia spende il 14 per cento del proprio PIL per le pensioni, due punti in meno dell’Italia ma sei punti in più della media dei paesi dell’OCSE. In media i pensionati francesi ricevono il 61 per cento del loro stipendio finale, una cifra paragonabile a quella percepita in Italia ma molto rara altrove. Già in passato i governi francesi avevano cercato di riformare il sistema pensionistico, ma senza successo. Nel 1995 il tentativo dell’allora primo ministro Alain Juppé era stato messo da parte dopo che gli scioperi dei trasporti erano andati avanti per un mese.