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  • Lunedì 9 dicembre 2019

Fermarsi prima della fine

Il piacere delle cose non concluse, da "Pattinando in Antartide" di Jenny Diski

(Ric Tapia via AP)
(Ric Tapia via AP)

«Spesso, ancora adesso, spengo la tv qualche minuto prima che i film finiscano. In tanti si sono guardati scuotendo il capo, scambiandosi occhiate consapevoli: «Proprio non le riesce di portare a termine un bel niente!». Ma nessuno menziona mai la gioia di non finire le cose. La sensazione di piacere nel non fare quel che ci si aspettava da te, del non fare quel che ci si aspettava da se stessi. Del non fare. Se agli inizi consisteva nel deludere le aspettative degli altri, ora si è raffinata fino al mio piacere personale. Il piacere di rendere le scelte meno inevitabili. Ma non è una decisione a priori. Solo qualcosa che mi succede di tanto in tanto, e la genuina soddisfazione che l’accompagna»

Jenny Diski, Pattinando in Antartide, pubblicato da NN Editore nella traduzione di Francesca Bandel Dragone

Skating to Antarctica è il memoir che la scrittrice inglese Jenny Diski (1947 – 2016) pubblicò nel 1997, da poco uscito in Italia per NN Editore (la prima edizione italiana era stata pubblicata da Rizzoli nel 1998, con il titolo Nel cuore di un iceberg). Diski ebbe un’infanzia e un’adolescenza complicate – il padre abbandonò la famiglia quando lei aveva sei anni provocando l’esaurimento nervoso della madre – crebbe senza i genitori e venne curata in diversi ospedali psichiatrici per l’infanzia. Nel libro intreccia un duplice viaggio: il suo in Antartide, a quello di sua figlia Chloe, alla ricerca della nonna che non ha mai conosciuto, cioè della madre di Diski con cui lei non parla da più di 30 anni.