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  • Sabato 23 novembre 2019

Cosa ci fanno così tanti russi in Florida

E in particolare a Sunny Isles Beach, soprannominata "la piccola Mosca"

Sunny Isles Beach, Florida, 11 luglio 2018 (AP Photo/Brynn Anderson)
Sunny Isles Beach, Florida, 11 luglio 2018 (AP Photo/Brynn Anderson)

Sunny Isles Beach si trova all’estremità settentrionale di Miami Beach, ed è soprannominata “Little Moscow”, la piccola Mosca: qui oltre il 20 per cento della popolazione è di lingua o nazionalità russa, e oltre ai residenti ci sono parecchi turisti, compresi i cosiddetti “turisti delle nascite”, cioè quelli che vanno negli Stati Uniti per far nascere lì i loro figli, e che scelgono questo posto anche per motivi linguistici. Un corrispondente dell’Economist ci ha passato tre giorni raccontando che, nell’hotel dove si trovava, ha «sentito un solo ospite che parlava una qualsiasi lingua che fosse diversa dal russo».

Circa un secolo fa, Sunny Isles Beach non esisteva. Al suo posto c’erano solo spiagge e foreste di mangrovie, ma poi nel 1920 un ricco imprenditore di New York, Harvey Baker Graves, ne acquistò una vasta porzione trasformandola in un’area turistica. Quando il ponte di Haulover venne completato, nel 1925, la zona divenne accessibile da Miami Beach, attirando nuovi turisti che volevano tenersi lontani dalla confusione di Miami e nuovi investitori che costruirono prima piccoli alberghi e poi alti e lussuosi grattacieli. Oggi la spiaggia di Sunny Isles è costeggiata da hotel e altri edifici imponenti, compresi tre grattacieli di Trump. E mentre fino a un po’ di tempo fa Sunny Isles attirava soprattutto persone anziane che ci venivano a passare l’inverno, oggi è una meta che piace molto ai russi.

Una delle Trump Tower di Sunny Isles Beach, Florida (AP Photo/Alex Sanz)

Secondo Larisa Svechin, che viene da Homel’, Bielorussia, città di cui è anche vicesindaca, i russi cominciarono ad arrivare a Sunny Isles alla fine degli anni Ottanta. Molti di loro erano ebrei e avevano lasciato l’Unione Sovietica a metà degli anni Settanta. Alcuni arrivavano direttamente dalla Russia, altri si trovavano già negli Stati Uniti e cominciarono a trasferirsi lì: la Florida, per il clima mite e per i vantaggi fiscali che offre, è una meta molto popolare tra gli anziani, «incluso lo stesso Trump, che recentemente ha spostato la propria residenza ufficiale da New York alla Florida», scrive l’Economist. Un’altra ondata di arrivi vi fu dopo la fine dell’Unione Sovietica: includeva russi, moldavi, ucraini, bielorussi, kazaki e azeri. Un’ultima ondata, dall’Ucraina, arrivò dopo la rivoluzione del 2014.

Sunny Isles Beach è anche una meta del cosiddetto “turismo delle nascite”, che coinvolge donne russe che vengono qui a partorire per dare la cittadinanza statunitense ai loro figli, anche se negli ultimi due anni sono state introdotte delle restrizioni: «Ma vedrai molte giovani donne con passeggini», ha raccontato Svechin. La vicesindaca stima che, ad oggi, oltre il 20 per cento della popolazione di Sunny Isles Beach (composta da circa 20mila persone) sia russa o di lingua russa. Anche le vicine località di Aventura, Bal Harbour e Hallandale Beach hanno delle significative comunità russe, sebbene nessuna di queste sia prestigiosa come Sunny Isles.

«I russi adorano i brand», ha detto Svechin. E Sunny Isles offre molto, da questo punto di vista. Ci sono le proprietà di Trump, la Porsche Design Tower di 60 piani, ci sono appartamenti “firmati” da Armani e la hall di un resort progettata da Karl Lagerfeld: «La fama del posto è così diffusa in Russia che molti arrivano sapendo esattamente quale unità di quale edificio vogliono acquistare».

Di fronte alle tre torri di Trump si trova un centro commerciale che ha una caffetteria, un negozio di alimentari con un ristorante, una libreria, una compagnia di assicurazioni, un paio di saloni di bellezza, alcuni bar, un nightclub e molte altre attività russe. Svechin dice anche che molte persone credono che questo posto venga utilizzato dai russi per riciclare denaro, aggiungendo però di non sapere se sia vero. Un’indagine di Reuters del 2017 aveva scoperto che 63 persone con passaporti o domicili russi avevano speso più di 98 milioni di dollari per acquistare appartamenti negli edifici di Trump nel sud della Florida, e che circa un terzo di tutti gli intestatari delle proprietà di Trump erano società i cui proprietari erano ignoti (Reuters non aveva comunque riscontrato alcuna violazione da parte di Trump o della sua organizzazione).

Le sanzioni contro la Russia, conclude l’Economist, hanno rallentato il mercato di fascia alta. Molti ucraini arrivati ​​dopo le manifestazioni del 2014 hanno mezzi più limitati e hanno scelto città più convenienti come Hallandale Beach: «Ma le proprietà del sud della Florida e, in particolare legate a Trump, rimangono popolari tra i russi».