Una canzone degli A-Ha

(Marijan Murat/picture-alliance/dpa/AP Images)
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Joe Henry e i Tindersticks, per generi diversi di notturnità, finiranno a un certo punto in questa newsletter e ci sarà da dirne: ma intanto, per chi già li conosce, sabato sono usciti i dischi nuovi dell’uno e degli altri.
Vedo che a Bologna Glen Hansard ha fatto di nuovo il finale di concerto da gita scolastica, beato chi c’era.

(Seemingly) Nonstop July
Qualcuno mi ha chiesto un po’ più “mainstream” nella scelta di queste canzoni, ma l’idea è provare a raccontarne che in molti non conoscano, fino a che ce le ho da qualche parte: però per non fingerci tutti snob che non siamo (non siamo) peschiamo cose belle e notturne anche là dove è noto altro. I meno giovani in sala ricorderanno gli A-ha per l’anomalia – allora – di una pop band norvegese che spopolò per qualche tempo soprattutto con una canzonetta sfinente prima e poi con altre cose un po’ meglio, e una canzone di un film di 007. Lui ha appena compiuto 60 anni, nientemeno, e la band è tuttora in tour mondiali. Ma in mezzo tra ora e allora provarono a fare cose più rock e spesso niente male (una loro Angel è una buonissima imitazione di One degli U2). Il loro terzo disco, del 1990, si chiudeva con questo pezzo, da sipario, di chitarra strofinata e voce soprattutto. In cui non si capisce benissimo se ci sia una letizia di godersi questo apparentemente infinito luglio o una rassegnazione a che le cose finiscano. Ma la canzone è bella, per andarci a dormire, con qualche inquietudine lasciata da quel predicatore finale: “chi sarà saggio abbastanza?”.


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