Decine di manifestanti bloccati dentro al Politecnico di Hong Kong sono scappati calandosi con una fune

Gli scontri al Politecnico di Hong Kong, 17 novembre
(Ye Aung Thu/AFP/LaPresse)
Gli scontri al Politecnico di Hong Kong, 17 novembre (Ye Aung Thu/AFP/LaPresse)

Decine di manifestanti bloccati dentro al Politecnico di Hong Kong sono scappati dall’assedio della polizia calandosi con una fune verso una strada non sorvegliata dove decine di altre persone in moto e motorini li stavano aspettando. I manifestanti si trovavano nel Politecnico da circa una settimana: inizialmente avevano occupato l’università, poi si sono trovati bloccati dentro quando nel corso del weekend la polizia ha assediato il campus e non ha permesso più a nessuno di allontanarsi. Intorno al Politecnico, tra sabato e domenica, c’è stata una violenta battaglia tra manifestanti pro-democrazia e polizia, con lancio di bombe incendiarie e sassi da parte dei primi e l’esteso ricorso a gas lacrimogeni e proiettili di gomma da parte dei secondi (qui è raccontato in maggior dettaglio). Domenica sembrava che dentro al Politecnico fossero bloccate tra le 500 e le 800 persone, mentre non è chiaro quante ne restino lì oggi: lunedì è stata un’altra giornata di scontri nel quartiere dell’università e altre persone hanno provato ad allontanarsi dalla zona passando dalle strade principali.

La rocambolesca fuga degli studenti di oggi dimostra anche il grado di organizzazione dei manifestanti, che si coordinano molto bene tra loro e che sono aiutati da un esteso giro di volontari che offrono loro aiuto di diverso tipo anche quando non partecipano direttamente alle manifestazioni (ne avevamo scritto qui).