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  • Venerdì 15 novembre 2019

Una donna vuole cambiare come si distribuiscono le eredità in Egitto

La legge islamica impone – anche a chi non è musulmano – che le donne ricevano la metà degli uomini: un'avvocata copta ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale

Huda Nasrallah (AP Photo/Maya Alleruzzo)
Huda Nasrallah (AP Photo/Maya Alleruzzo)

Nel dicembre del 2018 il padre di Huda Nasrallah, un’avvocata egiziana di religione cristiana copta, morì lasciando in eredità ai figli un appartamento in un quartiere povero del Cairo, e un deposito in banca. La donna si rivolse al tribunale locale per fare richiesta dell’eredità, chiedendo che questa fosse divisa in parti uguali tra lei e i suoi fratelli. Nonostante anche i fratelli l’avessero appoggiata in questa richiesta, sostenendo che il padre avrebbe voluto che l’eredità fosse equamente divisa tra di loro, il tribunale la respinse, basando la sua decisione sulla legge islamica vigente nel paese. Da allora Nasrallah si è rivolta ad altri due giudici, ottenendo sempre risposta negativa, e per il prossimo mese si attende il giudizio della Corte Costituzionale dell’Egitto a riguardo.

La legge egiziana, infatti, impone che le donne ereditino dai genitori metà di quanto ereditato dai figli maschi, dato che la costituzione egiziana si basa sui principi della sharia, la legge sacra islamica, per questioni come matrimonio, divorzio, eredità e custodia dei figli. Per i cristiani copti, che sono circa il 15 per cento della popolazione egiziana, si applicano eccezioni su matrimoni e divorzi ma non sull’eredità. In questo caso, tanto per i musulmani quanto per i cristiani, vale la legge islamica. «La questione non è davvero l’eredità, mio padre non ci ha lasciato milioni di sterline egiziane», ha detto Nasrallah. «Ho il diritto di chiedere di essere trattata allo stesso modo dei miei fratelli».

Come raccontato da Associated Press, Nasrallah ha deciso di perorare la sua causa basandola su questioni di libertà religiosa, e chiedendo che la legge rispetti l’uguaglianza tra uomo e donna così come la rispetta la religione cristiana, anche se è una questione che va oltre gli aspetti religiosi e che riguarda più in generale la libertà delle donne e l’uguaglianza delle persone. Secondo Karima Kamal, editorialista copta del quotidiano egiziano al-Masry al-Youm, questo caso evidenzia una doppia discriminazione, sia nei confronti di Nasrallah in quanto donna che in quanto copta. «Non si dovrebbero applicare le regole di una fede su persone di un’altra fede», ha dettoNasrallah spera che la Corte Suprema accolga la sua richiesta anche grazie a un precedente del 2016, in cui un tribunale del Cairo si espresse in favore di una donna copta che si era opposta alle restrizioni sull’eredità imposte dalla legge islamica.

Associated Press scrive che finora in Egitto non si è fatto molto per cercare di far valere i diritti delle donne copte di ereditare quanto gli uomini, anche perché gli uomini copti preferiscono spesso continuare a usufruire dei vantaggi della legge islamica. In altri casi, invece, le questioni ereditarie vengono risolte informalmente, con un accordo tra gli eredi. Non è il caso però di Nasrallah, che in quanto avvocata vuole che il suo caso diventi un precedente valido per tutte le donne copte egiziane.