Una canzone di Rickie Lee Jones

(Photo by Mark Allan)
(Photo by Mark Allan)

Al concerto di Milano di Glen Hansard, ieri sera, c’è stata la consueta dose di variazioni al programma, tra cui un Renato che è salito sul palco e ha cantato lui Time will be he healer (anche decentemente): ma il minuto migliore è stata l’inclusione, nel medley finale di cover, di Hotellounge, il più bel pezzo dei Deus, ovvero la cosa migliore che il Belgio ha dato alla musica mondiale dopo Jacques BrelWim Mertens e Adolphe Sax.
Dieci anni fa oggi venne in radio a Condor Nick Hornby, che prima ancora era stato promotore con quel suo libro di una specie di hashtag ante litteram sui blog, di liste di canzoni preferite.

Cycles
Cycles fu scritta da Gayle Caldwell, una musicista e cantante folk che ebbe una discreta notorietà americana negli anni Sessanta, ma il cui successo maggiore fu un disco di Frank Sinatra del 1968 con questa sua canzone dentro e con questo titolo (se voleste cominciare oggi a godervi Sinatra). Rickie Lee Jones aveva 14 anni, allora.

Era nata a Chicago ma da giovane si trasferì a Los Angeles: lavorava come cameriera, si fece amica di un giro di musicisti e si fidanzò con Tom Waits. Lo scavalcò rapidamente alla conquista del mondo, con il suo primo disco del 1979, e per il rock americano fu il personaggio dell’anno: non solo per la musica e le parole, ma anche come icona di un’eleganza snob e intellettuale. Grande cantautrice, un superdebole per il jazz e una vocetta inconfondibile che o la ami o la odi. Ma di solito, la ami.

Adesso ne ha 65, e suona a Lucca, Milano, Roma e Foggia nei prossimi giorni (“spettacòli!”). Io l’ho vista a Chicago tre estati fa, in un concerto non travolgente (di quelli in cui il pubblico ordina e mangia e beve) ma inevitabilmente emozionante, per me: ero a Chicago a un concerto di Rickie Lee Jones.
Comunque, lei fece un primo disco di standard o cover che le vogliate chiamare nel 1991, molto buono. Poi ne ha fatti ancora, e in uno ci ha messo Cycles. Che ha un testo molto bello, molto Sinatra, sul vivere i guai con pazienza, godersi le cose belle e abbozzare sulle altre (un po’ tra I’m gonna sit right down and write myself a letter e My way). Lei si limita a cantarla con la voce di Rickie Lee Jones, e a farla diventare perfetta per quest’ora della sera.

So I’m down and so I’m out
But so are many others
So I feel like tryin’ to hide
My head ‘neath these covers
Life is like the seasons
After winter comes the spring
So I’ll keep this smile awhile
And see what tomorrow brings

Cycles su Spotify non c’è, mi dispiace.
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