In Moldavia il governo guidato dalla politica anti-corruzione Maia Sandu è caduto dopo un voto di sfiducia

Sostenitori del governo di Maia Sandu davanti al Parlamento moldavo a Chisinau. (AP Photo/Roveliu Buga)
Sostenitori del governo di Maia Sandu davanti al Parlamento moldavo a Chisinau. (AP Photo/Roveliu Buga)

Il governo moldavo guidato da Maia Sandu, leader della coalizione anti-corruzione ed europeista ACUM, è caduto dopo un voto di sfiducia del Parlamento. Sandu era in carica da giugno, quando aveva formato – a sorpresa – una coalizione con i Socialisti filorussi, con i quali però nelle ultime settimane si era scontrata per via di una riforma con la quale voleva cambiare il processo di nomina del procuratore generale. La sfiducia è stata votata da 63 deputati su 101.

L’alleanza tra ACUM e Socialisti aveva sorpreso molto gli osservatori, perché Sandu e Igor Dodon, presidente del paese e leader socialista, erano acerrimi nemici. Ma si erano coalizzati dopo che le elezioni di febbraio non avevano prodotto vincitori, con l’obiettivo di fare alcune importanti riforme ed escludere dal potere l’oligarca Vlad Plahotniuc, che aveva indirettamente controllato la politica moldava negli anni precedenti. Sandu è ben vista dai principali leader europei, e il governo era stato accolto positivamente: ora però la prima ministra ha accusato Dodon di non essere davvero intenzionato a riformare la giustizia del paese e a eliminarne le sacche di corruzione.

La Commissione europea ha scritto in un comunicato che la caduta del governo è un segnale «preoccupante» per il processo di riforme in corso in Moldavia, uno dei paesi più poveri d’Europa e attraversato da forti divisioni tra la sua componente più filorussa e quella che si identifica maggiormente con la Romania.