Il governo dello Yemen ha firmato un accordo di pace con un gruppo di ribelli separatisti appoggiati dagli Emirati Arabi Uniti

(Andrew Renneisen/Getty Images)
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Il governo dello Yemen ha firmato un accordo di pace con un gruppo di ribelli separatisti appoggiati dagli Emirati Arabi Uniti, attivi nel sud del paese. L’accordo – che era stato annunciato tre giorni fa – è stato mediato dall’Arabia Saudita e prevede che la principale città della regione, Aden, torni sotto il controllo del governo centrale, che in cambio garantirà ai ribelli separatisti alcuni ministeri.

Il gruppo si fa chiamare Southern Transitional Council (STC) e aveva ricevuto armi e addestramento dagli Emirati Arabi Uniti, che come la monarchia dell’Arabia Saudita e il governo centrale yemenita sono gestiti da musulmani di dottrina sunnita: ad agosto avevano occupato la città di Aden dopo che per anni chiedevano una maggiore indipendenza del sud del paese (che dal 1971 al 1990 era uno stato indipendente noto come Yemen del Sud). Il governo centrale era stato quindi cacciato per una seconda volta da una delle città principali del paese dopo che nel 2014 aveva lasciato la capitale Sanaa, ancora oggi in mano ai ribelli sciiti Houthi, appoggiati dall’Iran (contro cui da allora il governo combatte una sanguinosa guerra civile).

L’inviato speciale dell’ONU in Yemen, Martin Griffiths, ha reagito positivamente alla notizia dell’accordo e fatto sapere che «ascoltare le forze nel sud del paese è un passo importante per riportare la pace».