Un importante diplomatico statunitense ha confermato una delle questioni al centro delle indagini per l’impeachment di Donald Trump

Donald Trump e Gordon Sondland (AP Photo/Pablo Martinez Monsivais, File)
Donald Trump e Gordon Sondland (AP Photo/Pablo Martinez Monsivais, File)

Gordon Sondland, ambasciatore statunitense all’Unione Europea, ha confermato in una testimonianza scritta fornita al Congresso una delle questioni al centro delle indagini per l’impeachment del presidente Donald Trump. Sondland ha detto che in un’occasione disse a un importante funzionario del governo ucraino che il pacchetto di aiuti militari all’Ucraina di cui si stava discutendo in quel periodo non sarebbe stato approvato dal governo statunitense fino a che il presidente ucraino non si fosse impegnato con gli Stati Uniti a iniziare le indagini richieste da Trump sul conto di Joe Biden e di suo figlio Hunter. Lo scambio tra il pacchetto di aiuti e le indagini nei confronti di Joe Biden, avversario politico di Trump, sono la ragione per cui è stata avviata la pratica per l’impeachment di Trump.

Le indagini su questa storia erano iniziate dopo che era stato reso pubblico il contenuto di una telefonata tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, risalente allo scorso luglio. In estrema sintesi, Trump fece pressioni su Zelensky per convincerlo ad avviare un’indagine in Ucraina sulle attività del figlio di Joe Biden, Hunter, allora parte del consiglio di amministrazione di un’importante società ucraina del gas. L’obiettivo di Trump era dimostrare che Biden avesse abusato del suo potere per proteggere Hunter da alcune indagini anti-corruzione avviate in Ucraina, una teoria cospirazionista molto diffusa nella destra americana ma senza alcun fondamento; anzi, le azioni di Biden aumentarono le pressioni sul corrotto sistema giudiziario a danno della società in cui lavorava suo figlio. Secondo i suoi critici, Trump avrebbe minacciato di non incontrare il presidente ucraino e di non approvare consistenti aiuti militari se Zelensky non avesse accettato di aiutarlo.

Sondland è ritenuto un personaggio chiave di tutta questa storia, per la sua vicinanza con Trump e perché da lui avrebbe ricevuto l’ordine di prendere in gestione i rapporti con l’Ucraina, nonostante l’Ucraina non sia un membro dell’Unione Europea. In una precedente testimonianza al Congresso, circa un mese fa, Sondland aveva omesso di dire che aveva parlato degli aiuti militari con un funzionario ucraino: ora ha spiegato di essere riuscito a ricordarsi altri dettagli, che ha esposto in una lettera di quattro pagine consegnata al Congresso.