Gli Stati Uniti hanno incriminato la seconda banca statale turca Halkbank per aver aiutato l’Iran a violare le sanzioni economiche

(Chris McGrath/Getty Images)
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Gli Stati Uniti hanno incriminato la seconda banca statale turca, Halkbank, per aver aiutato l’Iran a violare le sanzioni economiche. Le accuse sporte dai procuratori di New York sono di frode e riciclaggio di denaro, e sono state interpretate dagli osservatori come un tentativo dell’amministrazione Trump di mostrarsi più intransigente con il governo del presidente tutco Recep Tayyip Erdoğan dopo l’offensiva militare ai danni dei curdi in Siria, estesamente condannata dalla comunità internazionale (e resa in realtà possibile dal sostanziale “via libera” degli Stati Uniti).

Le accuse nei confronti di Halkbank, che è la settima più grande banca turca, risalgono a un paio di anni fa, e avevano portato all’arresto del vice capo Mehmet Hakan Atilla. A Halkbank era contestato di aver intrattenuto affari illegali con istituzioni finanziarie americane, trasferendo miliardi di dollari in Iran sotto forma di oro e contanti, in cambio di petrolio e gas naturale. Secondo il Dipartimento di Giustizia sono coinvolti anche vari funzionari statali turchi, accusati di aver ricevuto tangenti.

Da tempo Erdoğan chiedeva al presidente degli Stati Uniti Donald Trump di non procedere con le incriminazioni, sostenendo che avrebbero potuto destabilizzare la già precaria economia turca. La decisione degli Stati Uniti arriva dopo l’annuncio di sanzioni economiche di lunedì, rivolte contro l’attacco militare che la stessa amministrazione Trump aveva permesso.