Nike ha chiuso un importante gruppo di allenamento dopo la sospensione per doping del suo allenatore, Alberto Salazar

 (AP Photo/Ryan Kang)
(AP Photo/Ryan Kang)

Il CEO di Nike, Mark Parker, ha annunciato la decisione dell’azienda di chiudere il Nike Oregon Project, un grande e rinomato centro di allenamento di atletica, dopo che l’1 ottobre il responsabile del centro Alberto Salazar era stato squalificato per doping.

Salazar ha 61 anni e in passato ha vinto tre maratone di New York prima di diventare un allenatore di successo e poi responsabile del Nike Oregon Project. Era stato squalificato per quattro anni dall’Usada, l’agenzia Antidoping statunitense, per istigazione al doping e traffico di testosterone in seguito a un’indagine durata sei anni. Insieme a lui era stato squalificato anche il medico Jeffrey Brown, un endocrinologo che lavorava come consulente per il Nike Oregon Project. Salazar ha annunciato di voler fare ricorso in appello. Dall’Oregon Project sono passati alcuni dei più forti atleti americani come il mezzofondista Matthew Centrowitz e il maratoneta Galen Rupp, oltre al famoso corridore britannico Mo Farah.

Nike ha commentato la sentenza dicendo di non avere nulla a che fare con le accuse rivolte all’allenatore, ma ha aggiunto di voler chiudere ugualmente il centro in attesa dell’esito dell’appello, dato che questa situazione starebbe compromettendo la concentrazione e la capacità di allenamento degli atleti del centro. Nel suo comunicato, Parker ha anche detto di credere che la sospensione di Salazar sia ingiusta e che Nike lo sosterrà nel suo ricorso in appello.