Sono ricominciate le ricerche dei 20 dispersi nel naufragio avvenuto domenica notte vicino a Lampedusa

Le bare con i corpi di alcune delle donne morte nel naufragio avvenuto vicino a Lampedusa il 7 ottobre 2019 
(ANSA/ PASQUALE CLAUDIO MONTANA LAMPO)
Le bare con i corpi di alcune delle donne morte nel naufragio avvenuto vicino a Lampedusa il 7 ottobre 2019 (ANSA/ PASQUALE CLAUDIO MONTANA LAMPO)

Questa mattina sono riprese le ricerche delle persone disperse nel naufragio di una piccola imbarcazione che trasportava migranti avvenuto nella notte tra domenica e lunedì, a poca distanza da Lampedusa. I dispersi sono una ventina e tra loro ci sono otto bambine; le più piccole di otto mesi e due anni. Le condizioni del tempo non sono molto favorevoli per le ricerche, c’è un forte vento e onde alte fino a due metri, e si teme che non sarà possibile recuperare altri corpi oltre a quelli delle tredici donne trovati finora.

Solo quattro delle tredici donne sono state identificate dai propri familiari. La più giovane era una ragazzina di 12 anni che viaggiava con la madre, una zia e una cugina. Secondo le testimonianze, tra i morti ci sarebbe anche lo scafista tunisino che conduceva l’imbarcazione. A bordo c’erano circa cinquanta persone: alcune si erano imbarcate in Libia, altre a Sfax, in Tunisia. I migranti non indossavano salvagenti, nonostante le condizioni meteo fossero in peggioramento.