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  • Venerdì 4 ottobre 2019

Cosa si sa dell’aggressore di Parigi

L'uomo che ieri ha ucciso quattro persone nella prefettura della città aveva lavorato nel servizio informatico della polizia: non è ancora esclusa l'ipotesi del terrorismo

(AP Photo/Kamil Zihnioglu)
(AP Photo/Kamil Zihnioglu)

Giovedì 4 ottobre un uomo ha aggredito con un coltello 4 poliziotti – tre uomini e una donna – e un’impiegata nella prefettura della île de la Cité, nel centro di Parigi, a poca distanza da Notre-Dame. I quattro poliziotti sono morti, mentre l’impiegata è stata gravemente ferita. Poco dopo l’aggressore è stato ucciso nel cortile interno dell’edificio da un poliziotto, con un colpo d’arma da fuoco.

L’aggressione è avvenuta verso le 13. L’uomo, che lavorava nella prefettura, aveva iniziato ad aggredire i colleghi con un coltello da cucina, colpendone due all’interno dell’edificio, due sulle scale e un quinto all’esterno. Sull’aggressione è stata aperta un’indagine per omicidio volontario. La portavoce del governo francese, Sibeth Ndiaye, ha detto che si sta valutando anche l’ipotesi del terrorismo.

I giornali francesi scrivono che l’aggressore si chiamava Michael Harpon, aveva 45 anni ed era di Fort-de-France: l’identità dell’uomo non è ancora stata confermata dalla polizia, che però ha diffuso molte altre informazioni che sembrano confermare quello che dicono i giornali. Harpon lavorava da 16 anni nel servizio informatico della polizia. Secondo il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner, i suoi superiori non avevano mai notato segni di squilibrio e lo avevano definito «un impiegato modello». I giornali francesi scrivono anche che l’uomo si era convertito all’Islam 18 mesi fa e che da allora aveva smesso di parlare con le colleghe donne.

La moglie dell’uomo è stata fermata dalla polizia, anche se non ci sono accuse a suo carico. Secondo i giornali francesi, agli investigatori avrebbe detto che la notte prima degli omicidi suo marito aveva sofferto di un attacco psicotico, si era comportato in maniera anomala e aveva detto di sentire delle voci. Inoltre, nei giorni precedenti, aveva discusso con i suoi superiori, che accusava di non apprezzare abbastanza il suo lavoro.

Questa tesi è stata sostenuta anche da alcune fonti sentite dalla televisione francese BFMTV e dal capo del sindacato della polizia, Jean-Marc Bailleul, secondo cui l’aggressione non avrebbe avuto motivi legati al terrorismo.