Il lavoro da casa sta cambiando il mercato immobiliare

Specialmente negli Stati Uniti, racconta il New York Times

(AP Photo/Chris Carlson)
(AP Photo/Chris Carlson)

La velocità delle connessioni a Internet, unita alla sempre maggiore possibilità per molti di lavorare utilizzando solo un computer, ha fatto aumentare nel corso degli ultimi anni il numero di persone che lavorano da casa in parte o per tutta la settimana. È una tendenza molto diffusa soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in Italia il lavoro in remoto sta diventando una realtà sempre più concreta: per le aziende comporta risparmi notevoli sui servizi che dovrebbero offrire ai lavoratori nel caso in cui lavorassero in ufficio (dall’energia elettrica al riscaldamento, per fare due esempi) e ai lavoratori permette di vivere lontano dai centri urbani, risparmiando sugli affitti.

Negli Stati Uniti questa tendenza, racconta il New York Times, sta avendo una serie di ripercussioni anche sul mercato immobiliare, che si sta adattando alle nuove richieste dei clienti che hanno bisogno di abitazioni non solo per vivere ma anche per lavorare. Secondo un sondaggio dalla società di consulenza immobiliare John Burns Real Estate Consulting, condotto lo scorso anno tra 23mila persone che avevano da poco acquistato una casa, circa il 30 per cento di queste lavorava da casa tra 1 e 4 giorni alla settimana, mentre il 13 per cento lo faceva tutta la settimana.

Il primo grande cambiamento che si sta verificando nel mercato immobiliare è che sempre più persone, al momento di cercare casa, diano maggiore importanza allo spazio da dedicare al proprio ufficio. «L’importanza degli uffici domestici sta iniziando a competere con quella che viene data di solito dagli acquirenti alle cucine», ha detto al New York Times Robin Kencel, che lavora presso Common, un’agenzia immobiliare specializzata in affitti condivisi. Alcuni vogliono un luogo che sia il più confortevole possibile, altri invece cercano uno spazio dove possano avere silenzio e privacy, e che sia isolato dal resto della casa, in modo che possano fare telefonate di lavoro senza venire interrotti. Il mercato immobiliare si sta adattando a questo cambiamento, e sempre più case vengono proposte già fornite di uno spazio che può essere utilizzato come ufficio.

Un secondo cambiamento è dovuto al fatto che, trascorrendo sempre più tempo in casa per lavorare, le persone di solito non vogliono passarci anche il loro tempo libero. Quando finiscono di lavorare, queste preferiscono uscire di casa e incontrare altre persone, e per questo motivo danno sempre meno importanza agli spazi di casa dedicati all’intrattenimento. Una sala utilizzata solo per guardare la tv, inoltre, risulta superflua per molti, anche a causa del maggior numero di dispositivi che ormai si possono utilizzare per visualizzare contenuti multimediali.

Un’ulteriore conseguenza del lavoro in remoto è un aumento degli affitti di stanze singole, in case che comprendano uno spazio condiviso in cui tutti i coinquilini possano lavorare, ma anche socializzare. Secondo Susan Tjarksen, che lavora nella società immobiliare Cushman & Wakefield, dietro a questa tendenza alla condivisione delle abitazioni c’è «un desiderio di flessibilità e di essere in grado di spostarsi da un lavoro all’altro, da una città all’altra, senza che ci siano enormi conseguenze nella disdetta di un contratto di affitto».

Il lavoro da casa, inoltre, ha fatto diminuire il numero di persone che si trasferiscono: a oggi gli statunitensi cambiano casa in media ogni nove anni, mentre negli anni Ottanta lo facevano ogni sei anni, secondo una ricerca della John Burns Real Estate Consulting. «Se lavori da casa non devi necessariamente trasferirti se cambi lavoro. E molte società, compresa la nostra, vedono il lavoro da casa come un vantaggio competitivo che ci consente di attirare le persone migliori, indipendentemente dalla loro posizione geografica», ha detto Rick Palacios Jr., responsabile della John Burns.

Infine c’è una conseguenza che riguarda i luoghi in cui le persone vanno a vivere. Chi lavora da casa almeno un giorno a settimana, infatti, ha l’opportunità di vivere lontano dalle grandi città, dove si trova il proprio ufficio, preferendo invece le periferie e le zone suburbane, dove i costi degli affitti sono più bassi. Ci sono poi i casi di persone che lavorano costantemente da casa, e possono scegliere dove vivere non solo sulla base dei costi degli affitti ma anche in base alle agevolazioni fiscali. Il Vermont, per esempio, ha avviato un programma in cui fornisce fino a 10mila dollari di sovvenzioni a chi si trasferisce nello stato per lavorare in remoto: questi soldi possono essere usati per effettuare il trasferimento, per acquistare il materiale per lavorare da casa, per l’accesso a Internet e per utilizzare spazi di co-working. Dallo scorso gennaio, quando il programma è entrato in vigore, lo stato ha approvato le richieste di 56 persone, 9 delle quali provenienti da New York.