La lista degli arabi israeliani ha appoggiato la candidatura di Benny Gantz a primo ministro di Israele

(Menahem Kahana/Pool via AP)
(Menahem Kahana/Pool via AP)

Ieri in Israele sono iniziate le consultazioni per la formazione del governo dopo le elezioni politiche di martedì 17 settembre. La lista che rappresenta gli arabi israeliani ha fatto sapere al presidente Reuven Rivlin che appoggerà l’eventuale nomina a primo ministro di Benny Gantz, leader del partito centrista Blu e Bianco, che ha ottenuto la maggioranza relativa dei seggi (33 contro i 31 del Likud del primo ministro uscente Benjamin Netanyahu). Era dal 1992 che un partito che rappresenta gli arabi israeliani non appoggiava ufficialmente un candidato a primo ministro: in quell’occasione era stato Yitzhak Rabin, che l’anno successivo firmò gli accordi di Oslo per la pace fra israeliani e palestinesi.

La decisione della Lista Unita è molto importante dal punto di vista simbolico: in passato i partiti della comunità araba usavano il loro ruolo soprattutto per farsi portavoce dei palestinesi, anche di quelli che vivevano a Gaza e in Cisgiordania. Da qualche tempo però il loro leader Ayman Odeh – che ha una storia di sinistra, e ieri ha scritto un articolo pubblicato dal New York Times per spiegare la sua scelta – ha promosso un approccio più pragmatico, e coinvolto sempre di più il partito nel dibattito pubblico anche su temi che non riguardano espressamente il processo di pace fra israeliani e palestinesi.

La decisione della Lista Unita «è un chiaro messaggio che il futuro di questo paese è condiviso, e non esiste un futuro condiviso senza una piena ed equa partecipazione dei cittadini arabi di origine palestinese», ha scritto Odeh sul New York Times, precisando comunque che nel caso Gantz diventasse primo ministro il suo partito non entrerebbe nel governo ma si limiterebbe a sostenerlo in Parlamento (forse per non “spaventare” eccessivamente l’elettorato moderato di Blu e Bianco).

Non è ancora chiaro se la scelta della Lista Unita sarà decisiva: grazie ai 13 seggi che ha garantito, la coalizione di centrosinistra ne controlla 57, quattro in meno di quelli necessari per formare una maggioranza. Al momento l’ipotesi più plausibile resta un governo di unità nazionale fra Blu e Bianco, il partito di destra secolare Israel Beiteinu e il Likud, a cui i nuovi alleati potrebbero chiedere di escludere dal governo Netanyahu. Anche il presidente Rivlin ha detto che a suo parere Blu e Bianco e Likud dovrebbero entrambi fare parte del nuovo governo.