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  • Martedì 17 settembre 2019

C’è un grosso caso di spionaggio in Canada

Un importante funzionario che aveva accesso a informazioni segrete è stato accusato di averle condivise con paesi stranieri o gruppi terroristi

(Cole Burston/Getty Images)
(Cole Burston/Getty Images)

In Canada è stato incriminato con accuse legate allo spionaggio un importante membro della forza di polizia nazionale che aveva accesso a informazioni segrete e sensibili. L’uomo incriminato, Cameron Ortis, era stato arrestato la scorsa settimana tra lo stupore dei suoi colleghi della Règia polizia a cavallo canadese (RCMP, la sigla con cui è conosciuta) e dei paesi alleati del Canada, che ora temono di vedere informazioni segrete che avevano condiviso con l’intelligence canadese nelle mani di nemici e avversari.

Ortis, 47 anni, era direttore generale del centro di coordinamento dell’intelligence nazionale della RCMP, una specie di capo della sezione d’intelligence della polizia. Aveva lavorato nello stesso corpo di polizia dal 2007, partecipando a diverse indagini legate alla sicurezza nazionale. Brenda Lucki, la commissioner della RCMP (la capo della polizia), ha confermato che Ortis aveva ampio accesso a informazioni riservate: «Grazie all’incarico che gli era stato affidato, Ortis aveva accesso a informazioni possedute dalla comunità dell’intelligence canadese. Aveva inoltre accesso all’intelligence proveniente dai nostri alleati sia interni che internazionali».

Ortis è stato incriminato per fatti risalenti al periodo compreso tra il 2015 e il 2019. È accusato tra le altre cose di avere condiviso informazioni segrete con un gruppo terrorista o con un’entità straniera – non è ancora chiaro questo punto, anche se si è parlato di soggetti russi e cinesi – e di avere usato per diverso tempo un dispositivo «per comunicare, ottenere o conservare di nascosto le informazioni». I reati di cui si parla sono previsti soprattutto dal Security of Information Act, una legge canadese che punisce chi sottrae informazioni segrete.

Diversi esperti che si occupano di intelligence, ha scritto il Guardian, dicono che il caso di Ortis potrebbe avere un impatto profondo sulle relazioni del Canada con i propri alleati, soprattutto con Stati Uniti, Regno Unito, Nuova Zelanda e Australia, che fanno parte insieme al Canada di un’alleanza per la condivisione di intelligence chiamata “Five Eyes”. Stephanie Carvin, docente di Affari internazionali alla Carleton University (Ottawa) ed ex analista per la sicurezza nazionale del governo canadese, ha detto che i governi dei paesi della “Five Eyes” sono «estremamente preoccupati» per la sicurezza delle proprie informazioni e operazioni di intelligence. «Se Ortis fosse riuscito davvero a condividere le informazioni in suo possesso, il danno potrebbe essere senza precedenti per la storia canadese».

Se condannato, Ortis potrebbe scontare fino a 14 anni in una prigione federale.