Due ufficiali italiani sono stati rinviati a giudizio nell’ambito delle indagini per il naufragio di una nave di migranti avvenuto nell’ottobre 2013, nel quale morirono 268 persone

I primi soccorsi ai migranti del naufragio dell'11 ottobre 2013 (ANSA/MARINA MALTESE)
I primi soccorsi ai migranti del naufragio dell'11 ottobre 2013 (ANSA/MARINA MALTESE)

Il giudice dell’udienza preliminare di Roma ha rinviato a giudizio Leopoldo Manna e Luca Licciardi nell’ambito delle indagini per il naufragio di una nave di migranti siriani dell’ottobre 2013, nel quale morirono 268 persone. Manna è l’ufficiale responsabile della sala operativa della Guardia Costiera, mentre Licciardi è il comandante della sala operativa della Squadra navale della Marina. I due, ha scritto Repubblica, sono accusati dei reati di rifiuto d’atti d’ufficio e omicidio colposo; il processo inizierà il 3 dicembre davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Roma.

L’11 ottobre 2013 naufragò un peschereccio con a bordo 480 profughi siriani, che erano arrivati in Libia dopo essere scappati dalle violenze della guerra in Siria. La nave cominciò ad affondare quando si trovava 61 miglia a sud di Lampedusa, ma il Comando della Squadra navale ordinò alla nave Libra della Marina militare italiana, che si trovava a sole 17 miglia di distanza dal peschereccio, di non prestare soccorso ai migranti e aspettare l’arrivo delle motovedette della cosiddetta “Guardia costiera libica“. Il peschereccio affondò cinque ore dopo la prima richiesta di soccorso: decine di migranti furono poi soccorsi da una motovedetta maltese e dalla stessa nave Libra.