Al Parlamento Europeo il M5S sta cercando di unirsi ai Verdi
Dopo aver respinto la proposta per anni, il principale partito ambientalista europeo si è detto disposto ad accoglierli
Diversi giornali italiani ed europei hanno scritto che nelle prossime settimane i parlamentari del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo proveranno ad unirsi al gruppo politico dei Verdi, che negli ultimi giorni si è detto aperto a questa possibilità. Al momento infatti i 14 parlamentari del M5S non sono iscritti al alcun gruppo, cosa che limita moltissimo la loro attività parlamentare. Non è la prima volta che il M5S tenta di entrare nel gruppo dei Verdi – ci provò già nel 2014 – ma l’impressione è che il loro ingresso sia più semplice ora che al Parlamento italiano hanno deciso di formare una maggioranza di governo col Partito Democratico, un partito considerato molto affidabile in sede europea (al contrario della Lega).
L’iscrizione a un gruppo è l’unico modo con cui un partito politico può contare qualcosa al Parlamento europeo, anche se si trova all’opposizione come il M5S. Permette infatti di accedere ai fondi per garantirsi un ufficio e pagare i tecnici che collaborano alla stesura delle leggi – diversi milioni di euro ogni anno – e di essere coinvolti nella spartizione degli incarichi istituzionali e politici, per esempio le presidenze e le vicepresidenze di commissione, o la carica di relatore-ombra delle misure proposte dalla maggioranza.
All’epoca del suo ingresso al Parlamento Europeo il M5S provò senza successo ad unirsi a vari gruppi politici, per poi decidere di creare un nuovo gruppo politico con l’UKIP, il principale partito britannico di destra radicale. In seguito la formazione del gruppo è stata giudicata piuttosto strumentale: M5S e UKIP votavano in maniera differente su moltissimi temi, e in particolare sull’ambiente i parlamentari del M5S si associavano spesso a quelli dei Verdi. Uno dei due parlamentari europei eletti col M5S che nella scorsa legislatura avevano lasciato il gruppo, Marco Affronte, si era unito proprio al gruppo dei Verdi (l’altro, Marco Zanni, era passato alla Lega).
«Siamo pronti ad avviare un confronto serio, leale e costruttivo con il gruppo dei Verdi», ha fatto sapere pochi giorni fa la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo al Fatto: «Con loro abbiamo molti punti in comune e abbiamo delle innegabili affinità politiche su svariati temi come ambiente, energie rinnovabili, lotta all’austerity, agricoltura biologica, acqua pubblica e infrastrutture utili ai cittadini».
Finora i Verdi avevano respinto ogni richiesta del M5S: sia per l’alleanza con la Lega in Italia e con l’UKIP in Europa, sia per i dubbi sulla controversa piattaforma Rousseau, il sito con cui gli iscritti al Movimento 5 Stelle partecipano alle attività di partito e che è stato spesso criticato per la sua solidità e trasparenza. A maggio, quando si riparlò di una possibile alleanza fra Verdi e M5S, il co-presidente del gruppo parlamentare Philippe Lamberts disse allo HuffPost: «Quando fanno i loro referendum interni, non possono controllarne i dati. Casaleggio non glieli fa vedere. Questa non è democrazia. Quando il processo non è verificabile, mi dispiace: non è democrazia. La puoi chiamare democrazia diretta: io la chiamo autocrazia».
Da qualche giorno i Verdi sembrano aver ammorbidito la loro posizione. Parlando con Politico, Lamberts ha detto che «la partecipazione del M5S a un governo con Matteo Salvini era l’ostacolo principale: ora è stato superato, e siamo pronti a discutere». Una fonte del gruppo dei Verdi ha detto all’Espresso che l’ingresso del M5S «sarebbe una soluzione perfetta sia per noi che per loro». Il partito troverebbe una sua collocazione definitiva, mentre i Verdi rimedierebbero alla dipartita degli 11 parlamentari britannici dopo Brexit e rimarrebbero il quarto gruppo parlamentare più numeroso (con la possibilità di poter espellere il M5S in ogni momento, dovesse diventare necessario).
I più ostili all’ingresso del M5S sono i Verdi italiani, che all’Espresso hanno inviato un duro comunicato in cui ricordano che il M5S «ha governato con la Lega di Matteo Salvini votando e avallando tutte le leggi più gravi contro l’ambiente, dai fanghi tossici dell’Ilva al Tap». Il loro parere però conta fino a un certo punto: alle ultime elezioni europee in Italia hanno ottenuto il 2,3 per cento dei voti senza riuscire a eleggere alcun parlamentare.
Secondo l’Espresso, i leader del gruppo parlamentare dei Verdi hanno discusso dell’ingresso del M5S già la settimana scorsa. I lavori parlamentari sono ripresi soltanto lunedì 2 settembre, ed è plausibile che i negoziati entreranno nel vivo nei prossimi giorni.