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  • Lunedì 5 agosto 2019

Non sono le pistole a sparare, dice Trump, ma «la malattia mentale e l’odio»

Lo ha detto commentando le due stragi avvenute a distanza di poche ore negli Stati Uniti

(AP Photo/Evan Vucci)
(AP Photo/Evan Vucci)

Lunedì pomeriggio, durante una conferenza stampa per commentare le due stragi avvenute nel fine settimana a El Paso e Dayton, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha condannato qualsiasi forma di «razzismo, intolleranza e suprematismo bianco», ma ha anche aggiunto che «sono la malattia mentale e l’odio che hanno premuto il grilletto, non le pistole stesse».

Alla domanda su cosa stia facendo il governo per arginare la diffusione incontrollata delle armi da fuoco nel paese, Trump ha risposto come nei casi di El Paso e Dayton non si possa dare la colpa alle armi ma al disagio mentale degli attentatori: «Abbiamo fatto molto più di molte altre amministrazioni, anche se forse c’è ancora da fare di più. Ma questo è anche un problema di malattia mentale. Se guardate a entrambi i casi, si tratta di malattia mentale. Queste persone sono molto, molto malate», ha detto Trump. Nel corso della conferenza stampa ha anche parlato genericamente dei pericoli provenienti da Internet e dai videogiochi che incitano alla violenza.

Le due sparatorie sono avvenute la sera di sabato 3 e la mattina di domenica 4 agosto, ora italiana, a poche ore di distanza. Nella prima, 20 persone sono state uccise e 26 sono state ferite a El Paso, città del Texas al confine col Messico. Nella seconda, avvenuta a Dayton, Ohio, sono state uccise 9 persone – compresa la persona che ha sparato – e i feriti sono almeno 27. Le due sparatorie non sono legate ma condividono il profilo della persona responsabile: in entrambi i casi ha sparato un giovane maschio bianco che aveva potuto mettere insieme un ricco arsenale grazie alle permissive leggi statunitensi sulle armi.

– Leggi anche: Cos’è successo a El Paso e Dayton