Oggi alla Commissione Giustizia del Senato riprenderà la discussione sul ddl Pillon e sugli altri disegni di legge collegati

Oggi alla commissione Giustizia del Senato riprenderà la discussione sul ddl Pillon e sugli altri disegni di legge collegati. Nonostante all’inizio di aprile Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio del M5S, avesse detto che il ddl era stato «archiviato», è invece ricominciato l’iter che porterà al voto del Parlamento il testo di riforma delle norme in materia di affido e separazione. Il ddl è comunque stato firmato da 5 parlamentari del Movimento 5 Stelle, una delle quali si è aggiunta proprio egli ultimi giorni.

Nel pomeriggio, per protesta, il movimento femminista Non una di meno, la rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re e molte altre associazioni scenderanno nuovamente in piazza con un presidio davanti a Montecitorio, una conferenza stampa in Senato e con manifestazioni organizzate in molte altre città. L’hashtag scelto per i social è #NonsiamaiPillon.

Da tempo i movimenti femministi chiedono il ritiro di quel ddl e degli altri collegati, non ritenendoli migliorabili o emendabili. Il ddl era stato criticato anche dalle relatrici speciali delle Nazioni Unite sulla violenza e la discriminazione contro le donne, Dubravka Šimonović e Ivana Radačić, che lo scorso 22 ottobre avevano scritto una lettera preoccupata al governo italiano. Nella lettera dell’ONU si diceva che le modifiche introdotte dal ddl porteranno a «una grave regressione che alimenterebbe la disuguaglianza di genere» e che non tutelano le donne e i bambini che subiscono violenza in famiglia. Le critiche dell’ONU riprendevano quelle già avanzate in Italia da vari fronti, che sono tutti compatti e concordi nel dire che cosa nel ddl non funziona: ostacola il divorzio rendendolo molto complicato e oneroso, non tutela l’interesse del minore soprattutto quando entra in gioco il discusso concetto di alienazione parentale, persegue una bigenitorialità coatta, introduce l’obbligatorietà del ricorso a un mediatore privato a pagamento nelle separazioni con figli minori, comprese quelle legate a violenza e abusi.

Il ddl Pillon, spiegato bene