L’ex governatore di Rio de Janeiro ha ammesso di aver pagato tangenti per ottenere l’organizzazione delle Olimpiadi del 2016

Un gruppo di persone aspetta il tram vicino a un murale dell'artista brasiliano Eduardo Kobra, disegnato in occasione delle Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro (Mario Tama/Getty Images)
Un gruppo di persone aspetta il tram vicino a un murale dell'artista brasiliano Eduardo Kobra, disegnato in occasione delle Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro (Mario Tama/Getty Images)

Sérgio Cabral, ex governatore della regione di Rio de Janeiro, ha ammesso in tribunale di aver contribuito al pagamento di tangenti per circa due milioni di euro per permettere alla città di Rio de Janeiro di ottenere l’organizzazione dei Giochi Olimpici del 2016. Cabral – che è già stato condannato a 200 anni di prigione per altri casi di corruzione – ha detto che i pagamenti sono stati fatti nel 2009, prima della scelta della città che avrebbe organizzato i Giochi, e che i negoziati furono condotti da Carlos Nuzman, allora presidente del comitato olimpico brasiliano. Le persone corrotte sarebbero state nove membri del comitato olimpico internazionale, tra cui alcuni ex atleti. Cabral ha detto che anche l’allora presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva sapeva delle tangenti; Lula, che si è sempre detto innocente, è in carcere per via di altre accuse di corruzione.

È emerso ormai da tempo quanto sia opaco il sistema di assegnazione di grandi eventi sportivi come i Mondiali di calcio e i Giochi Olimpici, e quasi tutte le ultime scelte sono state oggetto di grosse indagini giudiziarie e condanne. Anche l’assegnazione dei Giochi di Tokyo del 2020 è oggetto di indagine in Francia.