L’Italia è in “declino demografico” per la prima volta negli ultimi 90 anni

Diminuiamo invece che aumentare, insomma

LaPresse/Nicola Campo
LaPresse/Nicola Campo

Tra il 2015 e il 2018 il numero di persone residenti in Italia è diminuito di 400.000 unità arrivando a 60.359.546: per la prima volta negli ultimi 90 anni quindi l’Italia è in declino demografico, dice l’ISTAT nel Bilancio demografico annuale per il 2018. Il calo è dovuto al numero di cittadini italiani residenti in Italia, che tra il 2015 e il 2018 è diminuito di 677mila. Bisogna considerare anche che nello stesso periodo sono state date 638mila nuove cittadinanza, altrimenti il calo sarebbe stato di 1.300.000 unità, spiega sempre l’ISTAT. Nello stesso periodo, il numero di cittadini stranieri residenti in Italia è aumentato di 241.000 unità, arrivando a 5.255.503 (l’8,7 per cento della popolazione residente).

La popolazione italiana – spiega l’ISTAT nella sintesi del Bilancio – ha da tempo perso la sua capacità di crescita per effetto della dinamica naturale, quella dovuta alla “sostituzione” di chi muore con chi nasce. Nel corso del 2018 la differenza tra nati e morti (saldo naturale) è negativa e pari a -193 mila unità.

Il saldo naturale della popolazione complessiva è negativo ovunque, tranne che nella provincia autonoma di Bolzano. A livello nazionale il tasso di crescita naturale si attesta a -3,2 per mille e varia dal +1,7 per mille di Bolzano al -8,5 per mille della Liguria. Anche Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Molise presentano decrementi naturali particolarmente accentuati, superiori al 5 per mille.