I coccodrilli erano vegetariani

Divennero erbivori almeno tre volte nel corso della loro lunga evoluzione, dice una nuova ricerca che ha studiato la dentatura dei loro antenati vissuti milioni di anni fa

(Jan Kruger/Getty Images)
(Jan Kruger/Getty Images)

I coccodrilli sono considerati tra i predatori più famelici del pianeta, eppure secondo un recente studio i loro antenati erano meno temibili e con una dieta sostanzialmente vegetariana. Nel Giurassico e nel Cretacico avevano dentature molto più variegate rispetto alle attuali, una caratteristica che incuriosisce da tempo i paleontologi. Alcuni di loro avevano già ipotizzato che potessero essere l’indizio che alcune antiche specie di coccodrillo avessero una dieta non carnivora, e ora la nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Current Biology offre nuove conferme, suggerendo inoltre che i coccodrilli fossero diventati temporaneamente erbivori in più occasioni nel corso della loro evoluzione.

Di solito i paleontologi osservano la dentatura degli animali attuali e la confrontano con quelli preistorici: se la conformazione dei denti è simile, significa che la dieta dei loro antenati non è sostanzialmente cambiata. Per i coccodrilli è più complesso, perché i loro antenati preistorici presentavano una dentatura marcatamente diversa da quella molto aguzza delle specie attuali. I ricercatori si sono quindi interrogati a lungo su cosa mangiassero effettivamente questi animali oltre cento milioni di anni fa, quando la Terra era ancora popolata dai dinosauri.

Due ricercatori dell’Università dello Utah (Stati Uniti), Keegan Melstrom e Randall Irmis, si sono interessati alla faccenda e hanno pensato di sfruttare una particolare tecnica di analisi tridimensionale della dentatura (OPCR). Questo sistema consente di misurare le dimensioni dei singoli denti e di rilevare la complessità della loro superficie.

Come hanno dimostrato studi precedenti realizzati con questa tecnica, la complessità dei denti è strettamente legata al tipo di dieta di chi li possiede. Di solito i carnivori hanno denti con strutture più semplici, rispetto agli onnivori che devono adattarsi a triturare alimenti di varia natura e agli erbivori, che hanno dentature ancora più complesse necessarie per macinare a lungo le fibre vegetali.

L’OPCR è stata impiegata sui mammiferi dei giorni nostri in più occasioni, proprio per analizzare la complessità della loro dentatura, mentre non era mai stata impiegata sui coccodrilli e per un semplice motivo: la loro dentatura è noiosa. Le specie esistenti hanno dentature simili, aguzze e poco elaborate, quindi non così interessanti da studiare. Melstrom e Irmis si sono però chiesti se con l’OPCR non si potesse trarre qualcosa di più interessante sui loro antenati, vissuti milioni di anni fa.

Analisi 3D delle dentature di fossili di coccodrilliformi (Keegan M. Melstrom e
Randall B. Irmis, Current Biology)

I due ricercatori hanno applicato la tecnica dell’OPCR a 146 denti di 16 fossili di altrettanti antenati dei coccodrilli, ormai estinti, che sono stati poi messi a confronto con la dentatura di un caimano odierno. L’analisi ha portato alla conclusione che 2 specie di coccodrilli preistorici fossero unicamente carnivore, mentre un altro paio di specie aveva una dieta a base di molluschi, con denti adatti a rompere le conchiglie. Una specie è stata invece identificata come onnivora, quindi con una dieta mista.

I ricercatori non sono riusciti a ricostruire con certezza la dieta di tre specie, mentre per le otto rimanenti non hanno avuto molti dubbi: erano erbivore. La dentatura dei fossili era infatti compatibile con una dieta a base di piante di vario tipo, che richiedevano denti in grado di triturarle e pressarle, un po’ come avviene con la dentatura degli erbivori dei giorni nostri.

Melstrom e Irmis hanno poi messo in relazione i fossili analizzati con l’albero evolutivo dei coccodrilli, facendo un’altra interessante scoperta. La capacità di vivere nutrendosi di vegetali non si sviluppò in una sola occasione nel percorso evolutivo di questi animali, ma almeno tre volte in tutta la loro storia. La variazione della dieta nel corso del tempo fu probabilmente condizionata da cambiamenti del clima, modifiche nella flora e competizione con altri animali.