Siamo più onesti di quanto immaginiamo

Un esperimento condotto in 40 paesi ha mostrato come le persone siano più inclini a restituire un portafoglio se questo contiene denaro (in Italia, ehm, siamo un po' meno inclini)

(Christoph Schmidt/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Christoph Schmidt/picture-alliance/dpa/AP Images)

Cammini per strada e t’imbatti in un portafoglio smarrito, con un po’ di soldi al suo interno: che fai? Cerchi comunque di risalire al suo proprietario o tieni il denaro per te? Tendiamo a pensare che il secondo sia il caso più ricorrente, soprattutto se i soldi sono molti, ma secondo una nuova ricerca – condotta in 40 paesi del mondo e durata tre anni – le persone tendono a essere più oneste di quanto immaginiamo. Gli italiani, tuttavia, sono un po’ sotto la media.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Science, è stato coordinato da Alain Cohn dell’Università del Michigan (Stati Uniti), e finanziato dal Gottlieb Duttweiler Institute, un centro studi indipendente svizzero. Insieme ai suoi colleghi, Cohn ha diffuso 17.303 portafogli in 355 città del mondo, in quasi tutti i continenti.

Ogni portafoglio era molto essenziale e di plastica trasparente, in modo da mostrare da subito il suo contenuto. All’interno i ricercatori hanno inserito: tre biglietti da visita con un nome comune e plausibile a seconda del paese (per l’Italia sono stati usati i nomi Antonio Gallo, Giuseppe Russo e Roberto Bianchi) e un indirizzo email. Sul biglietto da visita era inoltre inserita la professione, nella maggior parte dei casi un consulente informatico freelance, per evitare che si cercasse di risalire all’azienda in cui era impiegato l’inesistente proprietario del portafoglio.

Oltre ai biglietti da visita, c’erano anche un bigliettino con una breve lista della spesa con prodotti piuttosto comuni come latte, pane, pasta e banane. In alcuni dei portafogli non c’era denaro, mentre in altri l’equivalente di 13,45 dollari nella valuta locale. Era inoltre presente una piccola chiave, per rendere più realistico l’insieme degli oggetti e inserirne almeno uno che potesse avere maggiore rilevanza per chi aveva perso il portafoglio.

I portafogli sono stati lasciati in giro in diverse condizioni. Nella maggior parte dei casi gli assistenti dei ricercatori li hanno consegnati al personale di uffici postali, alberghi, banche, musei e altri luoghi pubblici, dicendo di averli trovati poco prima e di non avere il tempo per occuparsene.

In 38 paesi su 40, più persone hanno scritto un’email al proprietario del portafoglio smarrito se questo conteneva denaro, rispetto ai portafogli consegnati senza soldi al loro interno. In media, il 40 per cento delle persone alle prese con un portafoglio senza denaro ha provveduto a mandare un messaggio all’indirizzo email indicato nel biglietto da visita, contro il 51 per cento delle persone con un portafoglio con denaro al suo interno per le mani.

L’Italia è nella parte intermedia della classifica. I portafogli smarriti senza denaro al loro interno sono stati segnalati in meno del 40 per cento dei casi, mentre nel caso di portafogli con denaro non si arriva al 50 per cento. Al primo posto c’è la Svizzera, seguita dalla Norvegia e dai Paesi Bassi. Agli ultimi posti Marocco e Cina. La colonna a destra nel grafico qui sotto mostra il margine di errore.

(Alain Cohn et al., Science)

I ricercatori sono rimasti sorpresi dai risultati, perché si aspettavano che la presenza di denaro potesse disincentivare le segnalazioni, con la tentazione di tenere per sé i soldi. Incuriositi dai primi risultati, hanno condotto un altro esperimento questa volta in Polonia, Regno Unito e negli Stati Uniti, inserendo più denaro nei portafogli: 94,15 dollari. La differenza si è rivelata ancora più marcata: molte più persone hanno spedito le email ai proprietari segnalando il ritrovamento del portafoglio smarrito col denaro al suo interno. Il 72 per cento delle persone ha scritto al proprietario, contro il 61 per cento di chi lo aveva fatto per i portafogli con 13,45 dollari e il 46 per cento di chi aveva segnalato un portafoglio vuoto.

Secondo Cohn, i dati raccolti dalla ricerca ci dicono che le persone tendono a preoccuparsi del prossimo e non vogliono sentirsi come un ladruncolo o un profittatore. Certo, tenersi un portafoglio con molti soldi al suo interno comporta un vantaggio, ma ha un costo psicologico alto perché ci si sente più disonesti.

Un’altra ipotesi è che non denunciare un portafoglio vuoto sia percepito meno come “rubare” rispetto a non farlo per un portafoglio con del denaro al suo interno. All’aumentare della cifra di denaro, aumenta la sensazione di sottrarre qualcosa a qualcuno.

Quando consegnavano i portafogli, gli assistenti dei ricercatori prendevano nota dell’età, del genere, dell’attività che stavano svolgendo e quanto fossero amichevoli le persone che li ricevevano. Notavano anche se nella zona ci fossero telecamere di sicurezza e a circuito chiuso, che avrebbero potuto condizionare le reazioni delle persone e farle sentire più responsabilizzate sulla segnalazione dello smarrimento. Sulla base di migliaia di annotazioni, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che nessuna di queste variabili abbia contato più di tanto o influito sull’esito della ricerca.

A chi scriveva le email segnalando lo smarrimento, i ricercatori rispondevano fingendosi i proprietari, dicendo di essere all’estero e di non preoccuparsi e di tenere i soldi o donarli a qualche ente caritatevole.

Gli autori della ricerca si sono però chiesti se le persone fossero effettivamente disposte a restituire il denaro, nel caso in cui l’esperimento fosse stato portato avanti. Per scoprirlo hanno fatto un altro test, questa volta in Svizzera e nella Repubblica Ceca, due paesi con livelli di corruzione molto diversi: molto bassi nella prima, molto alti nella seconda. In entrambi i paesi i portafogli sono stati resi ai loro proprietari in quasi tutti i casi, sia per quelli con denaro al loro interno sia per gli altri senza un soldo. Nella maggior parte dei casi, le persone coinvolte a loro insaputa nell’esperimento non hanno preteso una ricompensa.

Parlando delle differenze tra i vari paesi emerse della ricerca, l’economista di Harvard Jonathan Schulz ha spiegato al New York Times che i paesi con un tasso più alto di restituzione dei portafogli: “Hanno società molto aperte, grande mobilità sociale e le persone non vivono con le loro famiglie. […] I paesi al fondo della classifica – come Kazakistan, Emirati Arabi Uniti e Indonesia – hanno una moralità più marcata verso i gruppi cui appartengono, per alcuni dei loro abitanti sarebbe persino immorale restituire il portafoglio invece di dare il denaro alla loro famiglia”.