Il Canada ha vietato l’importazione e la vendita di pinne di squalo

Pinne di squalo a Banyuwangi, in Indonesia, nel 2014; l'Indonesia è uno dei principali esportatori di carne di squalo (Robertus Pudyanto/Getty Images)
Pinne di squalo a Banyuwangi, in Indonesia, nel 2014; l'Indonesia è uno dei principali esportatori di carne di squalo (Robertus Pudyanto/Getty Images)

Il Canada ha vietato l’importazione e la vendita di pinne di squalo, un ingrediente della cucina cinese tradizionale, in particolare della zuppa di pinne di squalo, che però spesso viene ottenuto usando un pratica di pesca molto criticata da animalisti e ambientalisti: il cosiddetto spinnamento degli squali. Consiste nel tagliare le pinne degli squali da animali vivi che poi solitamente vengono rigettati in mare, dove muoiono per soffocamento o mangiati da altri animali. Secondo le Nazioni Unite ogni anno circa 73 milioni di squali vengono uccisi per le loro pinne. Il ministro della Pesca Jonathan Wilkinson ha detto: «Lo spinnamento degli squali è senza dubbio una pratica distruttiva che contribuisce al declino del numero degli squali e rappresenta un’attiva minaccia agli ecosistemi oceanici».

Il Canada, che ospita varie comunità di origine cinese e di altri paesi asiatici, è il primo paese tra i membri del G7 a vietare il commercio di pinne di squalo. Aveva già vietato lo spinnamento degli squali nelle sue acque territoriali nel 1994 ma finora aveva permesso l’importazione delle pinne ed era uno dei principali mercati di questo prodotto al di fuori dell’Asia. La maggior parte proveniva dalla Cina: solo nel 2018 sono stati importati 133mila chilogrammi di pinne di squalo. Altri esportatori erano Hong Kong, Trinidad e Tobago e gli Stati Uniti. In passato un bando simile era stato discusso nella città di Toronto ma non era stato approvato perché alcuni tribunali avevano giudicato che potesse rappresentare una legge discriminante contro le minoranze.

I gruppi ambientalisti canadesi si sono detti soddisfatti del bando delle pinne di squalo ma alcuni biologi lo hanno commentato dicendo che è l’eccesso di pesca e non lo spinnamento la principale minaccia per gli squali. In un articolo del 2017 pubblicato sulla rivista Marine Policy i biologi David Shiffman e Robert Hueter avevano espresso il dubbio secondo cui le campagne contro lo spinnamento potrebbero diffondere l’errata convinzione secondo cui la richiesta della zuppa di pinne di squalo e lo spinnamento siano l’unica causa della diminuzione delle popolazioni di squali. Avevano inoltre sottolineato che non sempre la produzione di pinne di squalo avviene con metodi «disumani» e «che comportano sprechi».