Donald Trump insiste ancora sulla colpevolezza dei “Central Park Five”

Cioè i cinque ragazzi che nel 1989 furono accusati ingiustamente di un eclatante caso di stupro avvenuto a Central Park (e su cui Trump costruì parte della sua notorietà)

Donald Trump alla fine degli anni Ottanta (Walter McBride/MediaPunch /IPX)
Donald Trump alla fine degli anni Ottanta (Walter McBride/MediaPunch /IPX)

Rispondendo alla domanda di una giornalista durante una conferenza stampa, il presidente americano Donald Trump ha ribadito di ritenere colpevoli i cinque ragazzi coinvolti in uno dei più famosi casi di giustizia sommaria nella storia degli Stati Uniti, di cui si è tornati a parlare di recente per via della serie tv di Netflix When They See Us, incentrata sulla vicenda.

Nel 1989 una donna bianca di 28 anni che lavorava per una grossa banca d’affari, Trisha Meili, fu aggredita, violentata e picchiata mentre faceva jogging a Central Park, a New York. Nei giorni successivi all’aggressione, la polizia di New York ipotizzò che i responsabili fossero cinque ragazzi fra i 14 e i 16 anni, di cui quattro afroamericani e uno ispanico. Dopo un interrogatorio durato due giorni durante i quali praticamente non dormirono, i cinque confessarono – senza essere assistiti da un avvocato – di aver stuprato e picchiato Meili. I cinque furono condannati in primo grado, nonostante non ci fossero altre prove a loro carico.

I media statunitensi diedero molto risalto all’episodio, e il caso divenne il simbolo delle tensioni etniche e del problema della microcriminalità che secondo molti affliggeva New York in quel periodo. Lo stesso Trump ebbe una grossa parte nella vicenda: all’epoca era un ricco imprenditore di Manhattan in cerca di ulteriore notorietà, e si spese molto per far condannare i cinque ragazzi. A un certo punto comprò una pagina nei quattro quotidiani più diffusi della città per chiedere che per i cinque fosse ripristinata la pena di morte. Nel 2002 uno stupratore seriale già in carcere confessò di aver violentato da solo Trisha Meili: la prova del DNA confermò la sua confessione e le condanne ai cinque ragazzi furono annullate.

Oggi, a distanza di molti anni e senza citare nessuna prova, Trump ha continuato a insistere sulla colpevolezza dei cinque ragazzi (lo aveva già fatto un’altra volta nel 2016):

«Hanno confessato di essere colpevoli»

Sempre per via della nuova attenzione generata da When They See Us, qualche giorno fa la principale pubblico ministero che seguì il caso, Elizabeth Lederer, si è dimessa dal suo ruolo di docente alla facoltà di legge della Columbia University. Lederer ha motivato la sua decisione dicendo che la serie tv ha «riacceso una dolorosa – e vitale – conversazione nazionale sulla questione razziale, l’identità e la giustizia criminale» e che per lei sarebbe stato meglio smettere di insegnare.