I bambini morti di encefalite in India sono più di 100

Una bambina malata di encefalite viene visitata in un ospedale di Muzaffarpur, nello stato indiano del Bihar, il 17 giugno 2019 (La Presse/STR / AFP)
Una bambina malata di encefalite viene visitata in un ospedale di Muzaffarpur, nello stato indiano del Bihar, il 17 giugno 2019 (La Presse/STR / AFP)

Nello stato indiano del Bihar il numero di bambini morti di encefalite, forse a causa di una forma di intossicazione legata al consumo di litchi, è salito a più di cento. Ottantacinque bambini sono morti nel più grande ospedale pubblico dello stato, a Muzaffarpur, altri 18 in una struttura sanitaria privata.

Il Bihar è uno stato settentrionale dell’India, tra i più poveri del paese e tra quelli attualmente colpiti da una grossa siccità: più volte la temperatura è arrivata a 45°C e più di 150 persone sono state ricoverate in ospedale per colpi di calore. Nello stato vivono quasi 100 milioni di persone.

Dal 1995 ogni anno nei mesi estivi, quelli in cui si raccolgono i litchi, ci sono numerosi casi di questa encefalite (chiamata chamki bukhar in India) nella zona di Muzaffarpur. La malattia porta alla morte in un terzo dei malati; il record di morti fu nel 2014, quando morirono 150 persone. Nel 2015 fu ipotizzato da un gruppo di ricercatori statunitensi che l’encefalite fosse legata a una sostanza tossica contenuta nei litchi, ma il legame tra i frutti e l’encefalite non è stato ancora del tutto provato. Casi di malattie neurologiche simili alla chamki bukhar sono stati osservati anche in altri paesi dove si coltivano i litchi, come Bangladesh e Vietnam.