L’uomo che a settembre aveva accoltellato Jair Bolsonaro è stato assolto perché incapace di intendere e di volere

Jair Bolsonaro subito dopo essere stato accoltellato durante un comizio a Juiz de Fora, Brasile, 6 settembre 2018
(RAYSA LEITE/AFP/Getty Images)
Jair Bolsonaro subito dopo essere stato accoltellato durante un comizio a Juiz de Fora, Brasile, 6 settembre 2018 (RAYSA LEITE/AFP/Getty Images)

L’uomo che lo scorso settembre aveva accoltellato Jair Bolsonaro – allora candidato alla presidenza e ora presidente del Brasile – è stato assolto: un giudice federale ha infatti stabilito che è mentalmente instabile, e quindi incapace di intendere e di volere. Il giudice ha deciso che l’uomo, che si chiama Adélio Bispo de Oliveira e ha 40 anni, dovrà essere ricoverato in un ospedale psichiatrico all’interno del sistema penitenziario federale. Bolsonaro, famoso per le sue idee di estrema destra, ha detto che farà tutto il possibile per opporsi alla decisione; sostiene infatti che dietro Adélio Bispo de Oliveira ci sarebbero suoi nemici che volevano ucciderlo per motivi politici: «hanno cercato di uccidermi. So chi sono ma non posso dirlo», ha commentato.

Dopo l’aggressione Bolsonaro, che ha 64 anni, aveva rischiato di morire: la ferita aveva colpito l’intestino, aveva perso molto sangue ed era stato ricoverato in terapia intensiva, dove aveva subito una colostomia; aveva dovuto portare una piccola sacca per le feci fino a gennaio. Adélio Bispo de Oliveira è un oppositore di sinistra che aveva espresso opinioni molte critiche su Bolsonaro su Facebook. Subito dopo l’aggressione era stato bloccato e strattonato dalla folla, prima che gli agenti riuscissero a intervenire per arrestarlo e portarlo in un luogo sicuro.