
Giovedì 30 maggio decine di migliaia di persone hanno manifestato in diverse città del Brasile contro i tagli all’istruzione decisi dal governo di Jair Bolsonaro. Si tratta del secondo giorno di grandi proteste dopo quelle del 15 maggio: in quel caso Bolsonaro aveva criticato fortemente i manifestanti, definendoli degli “utili idioti” e accusando i militanti di sinistra di aver alimentato le proteste. Le proteste sono iniziate nella capitale, Brasilia, e si sono poi allargate arrivando a più di 100 città. Non c’è un dato preciso sulle persone che hanno manifestato ma l’Unione nazionale degli studenti, che ha organizzato la protesta, stima che a San Paolo abbiano sfilato 500mila persone, a Belo Horizonte 300mila e a Rio de Janeiro 100mila.
Ei Bolsonaro e bolsominions, segurem essa #Marolinha30M daqui no Rio de Janeiro. Igualzinho os 2 carros de som e meia duzia de gatos pingados de Copacabana no domingo, né? #30MpelaEducacao #Tsunami30M #TsunamiDaEducacao pic.twitter.com/Jc2jEo0FLt
— Thulio Benvenuti (@thuliobenvenuti) May 30, 2019
I tagli per cui si sta protestando coinvolgono tutti i livelli di istruzione, dalla scuola materna fino alle scuole di specializzazione universitaria, per un totale di 7,4 miliardi di reais (circa 1,6 miliardi di euro). In particolare ben 2 miliardi di tagli riguarderanno i fondi “discrezionali” alle università, che servono per pagare le bollette dell’acqua e dell’elettricità, gli alloggi per gli studenti stranieri e i lavori di manutenzione.
(AP Photo/Nelson Antoine)