È finito lo sciopero della fame iniziato mesi fa dai sostenitori del leader del PKK, Abdullah Öcalan

(Boris Roessler/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Boris Roessler/picture-alliance/dpa/AP Images)

Si è concluso lo sciopero della fame iniziato mesi fa dai sostenitori di Abdullah Öcalan, storico leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (meglio conosciuto come PKK, partito fuorilegge in Turchia), per chiedere un miglioramento delle sue condizioni di detenzione. La decisione è arrivata dopo che Öcalan, che si trova in isolamento in una prigione turca dal 1999, aveva chiesto la fine dello sciopero in una lettera diffusa dai suoi avvocati domenica 26 maggio.

La prima a iniziare lo sciopero della fame fu lo scorso novembre Leyla Güven, parlamentare del Partito Democratico dei Popoli (più noto con la sigla HDP), partito che unisce forze filo curde e di sinistra. Güven chiedeva la fine del regime di isolamento per Öcalan e la possibilità per il leader del PKK di incontrare regolarmente avvocati e familiari. Allo sciopero si erano poi uniti altri parlamentari e detenuti sostenitori di Öcalan.

Öcalan era stato arrestato il 5 febbraio del 1999 in Kenya ed era stato condannato a morte il 29 giugno successivo per attività separatista armata. In seguito la condanna era stata commutata in ergastolo, dopo che la Turchia aveva abolito la pena di morte. Da allora Öcalan si trova in isolamento nel carcere dell’isola di İmralı, nel Mar di Marmara. All’inizio di maggio, per la prima volta in quasi otto anni, gli è stata data la possibilità di incontrare i suoi avvocati.