Sono stati trovati i resti di quella che si pensa essere l’ultima nave ad aver portato schiavi africani negli Stati Uniti

L'albero genealogico di Lorna Gail Woods, una diretta discendente di Charlie Lewis, tra i superstiti del viaggio della nave Clotilda. (AP Photo/Julie Bennett)
L'albero genealogico di Lorna Gail Woods, una diretta discendente di Charlie Lewis, tra i superstiti del viaggio della nave Clotilda. (AP Photo/Julie Bennett)

L’Alabama Historical Commission, un’agenzia dell’Alabama, negli Stati Uniti, che si occupa della conservazione del patrimonio storico dello stato, ha detto che sono stati trovati i resti di quella che si pensa essere l’ultima nave ad aver portato schiavi africani negli Stati Uniti. Si tratta della nave Clotilda, che avrebbe portato 110 schiavi africani negli Stati Uniti nel 1859, nonostante la tratta degli schiavi fosse stata dichiarata illegale nel 1807. La nave, i cui resti sono stati trovati in un tratto fangoso del fiume Mobile, era partita dal Benin, in Africa, ed era arrivata nella baia di Mobile, in Alabama. Una volta arrivato negli Stati Uniti, il capitano della nave, William Foster, bruciò la nave, nel tentativo di nascondere le prove di quel viaggio.

Con la fine della Guerra Civile americana e la fine della schavitù, 32 degli schiavi che si trovavano sulla Clotilda fondarono una comunità chiamata Africatown, nei sobborghi della città di Mobile. I racconti di quel viaggio sulla Clotilda vennero tramandati di generazione in generazione, e nel corso degli anni gli storici hanno cercato a lungo i resti della nave, ma senza successo. «Questa nuova scoperta mette a fuoco quella che è stata la tragedia della schiavitù e testimonia il trionfo e la capacità di rivincita dello spirito umano nel superare l’orribile crimine che ha portato alla nascita di Africatown» ha detto Lisa Demetropoulos Jones, direttrice esecutiva dell’agenzia.