Lo chef britannico Jamie Oliver chiuderà tutti i suoi ristoranti tranne tre

(Leon Neal/Getty Images)
(Leon Neal/Getty Images)

Ventidue dei venticinque ristoranti del noto chef e ristoratore britannico Jamie Oliver verranno chiusi e più di mille persone perderanno il lavoro, come deciso dalla società KPMG a cui è stata affidata l’amministrazione controllata dell’azienda. L’azienda comprende 22 ristoranti italiani della catena Jamie’s Italian, il suo primo ristorante londinese Fifteen, la steak-house Barbecoa, sempre a Londra, e Jamie’s Diner all’aeroporto di Gatwick. Quest’ultimo resterà aperto insieme ad altri due di Jamie’s Italian. Il ristorante Fifteen Cornwall di Watergate Bay resterà aperto perché opera in franchising, e così anche le catene internazionali in franchising Jamie’s Italian, Jamie’s Pizzeria e Jamie’s Deli.

L’azienda era in crisi da tempo: nel 2015 Oliver aveva chiuso la catena di negozi di cucina e gastronomia Recipease, nel 2017 la catena di ristoranti britannici Union Jacks e la sua rivista di cucina, Jamie; nel 2018 ne erano stati chiusi altri 12 ed erano state licenziate 600 persone, mentre le vendite di Jamie’s Italian erano calate dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. Ad agosto l’azienda era stata salvata dalla bancarotta grazie a un investimento all’ultimo minuto da parte di Oliver di 13 milioni di sterline, circa 14,8 milioni di euro. Tra i motivi c’è la concorrenza con altre catene che utilizzano format simili; Oliver ha accusato anche Brexit e l’aumento dei prezzi dei prodotti importati dall’Italia, al centro dell’offerta di Jamie’s Italian.