È morto l’architetto I.M. Pei, che progettò la piramide del Louvre

Aveva 102 anni, aveva iniziato disegnando grattacieli ma poi era diventato uno degli architetti più importanti del Novecento

I. M. Pei nel Lussemburgo nel 2006. (Pascal Le Segretain/Getty Images)
I. M. Pei nel Lussemburgo nel 2006. (Pascal Le Segretain/Getty Images)

È morto a 102 anni l’architetto cinese naturalizzato statunitense Ieoh Ming Pei, noto anche come I.M.Pei, che aveva iniziato la sua carriera disegnando grattacieli per un costruttore immobiliare ed era poi diventato uno degli architetti più importanti del Novecento. I.M. Pei aveva progettato tra le altre cose la piramide del Louvre di Parigi e l’ala orientale della National Gallery di Washington, il museo Rock & Roll Hall of Fame di Cleveland e la biblioteca presidenziale John F. Kennedy, tra gli altri.

La notizia della sua morte è stata confermata da uno dei suoi figli, Li Chung Pei, anche lui architetto e conosciuto con il nome di Sandi.

Il New York Times ha scritto che nessuno degli edifici progettati da Pei può essere definito tradizionale o “vecchio stile”: Pei si era affermato come architetto modernista, e il suo tratto distintivo erano le linee pulite e spigolose, le geometrie semplici e una certa aspirazione alla monumentalità.

Pei nacque a Canton, in Cina, e crebbe in una famiglia benestante. Era figlio di un banchiere e visse prima a Hong Kong e poi a Shanghai. Studiò architettura negli Stati Uniti, dove si trasferì a metà degli anni Trenta per frequentare la Pennsylvania University. In seguito studiò anche al MIT a Boston, in Massachusetts, dove nel 1940 ottenne la laurea in architettura. Quando iniziò la Seconda guerra mondiale, decise di non tornare in Cina: si iscrisse invece ad Harvard, dove ebbe come professore l’architetto modernista tedesco Walter Gropius, fondatore della Bauhaus.

Il suo primo lavoro fu alla società Webb & Knapp di William Zeckendorf, importante impresario immobiliare statunitense a cui si deve buona parte dello skyline di New York. In seguito si mise in proprio e aprì un suo studio, IM Pei & Associates, insieme a due ex colleghi.

Nei suoi primi anni, la IM Pei & Associates realizzò principalmente progetti per Zeckendorf, tra cui Kips Bay Plaza a New York, le Society Hill Towers a Philadelphia e le Silver Towers a New York. Lo studio (che in seguito si chiamò IM Pei & Partners e poi Pei, Cobb e Freed) divenne completamente indipendente da Webb & Knapp nel 1960, e Pei iniziò ad accettare lavori sempre più ambiziosi e completamente diversi da quelli su cui si era concentrato in precedenza: per esempio il Centro nazionale per gli studi atmosferici a Boulder, in Colorado, l’Everson Museum of Art di Syracuse, nello stato di New York, e il Des Moines Art Center, in Iowa.

Furono i primi di una serie di musei da lui progettati: nel 1978 progettò l’edificio orientale della National Gallery di Washington e nel 1989 quello della famosa piramide del Louvre, oltre che la Rock & Roll Hall of Fame di Cleveland, che il New York Times ha definito uno dei lavori più sorprendenti di Pei. Uno dei suoi progetti più importanti gli fu affidato nel 1964 dalla moglie del presidente John F. Kennedy, Jacqueline Kennedy: nel 1963 Kennedy era stato assassinato a Dallas e in sua memoria la famiglia decise di far costruire una biblioteca a Boston. Ci vollero quasi 15 anni per terminarla, per via di una serie di problemi relativi al luogo dove costruirla.

Nella sua carriera Pei vinse diversi premi di architettura, tra cui il premio Pritzker, considerato il premio Nobel dell’architettura. Nel 1992 il presidente George H.W. Bush conferì a Pei la Medaglia Presidenziale della Libertà.