Non ci sono prove per dire che Keith Flint, il cantante dei Prodigy, si sia suicidato

Keith Flint dei Prodigy in concerto in Germania nel 2009. (Britta Pedersen/picture-alliance/dpa/AP Images)
Keith Flint dei Prodigy in concerto in Germania nel 2009. (Britta Pedersen/picture-alliance/dpa/AP Images)

Gli investigatori britannici che hanno condotto le indagini sulla morte di Keith Flint, il cantante dei Prodigy, hanno concluso che non ci siano prove a sufficienza per sostenere che si sia ucciso volontariamente. Flint era stato trovato morto dalla polizia nella sua casa di Dunmow, nell’Essex, il 4 marzo del 2019. La sua morte era stata trattata da subito come «non sospetta» dalla polizia e un messaggio pubblicato sul profilo ufficiale della band aveva parlato apertamente di suicidio. Le conclusioni a cui sono arrivati gli investigatori non permettono tuttavia di dire con certezza cosa sia successo quel giorno. È stato stabilito che Flint sia morto per soffocamento dopo essersi impiccato, ed è stato accertato che poco prima avesse assunto cocaina e alcol. Gli investigatori hanno anche escluso che la morte di Flint sia stata causata da un incidente, ma non hanno trovato prove concrete per sostenere che Flint avesse pianificato di uccidersi e avesse agito con quello scopo.

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Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il 118. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 199 284 284 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.

Puoi anche chiamare i Samaritans al numero verde gratuito 800 86 00 22 da telefono fisso o al 06 77208977 da cellulare, tutti i giorni dalle 13 alle 22.