La Norvegia restituirà all’Isola di Pasqua ossa e manufatti che erano stati portati via dall’esploratore Thor Heyerdahl

Thor Heyerdahl, ad Azov, in Russia, nel 2001 (ALEXANDER NEMENOV/AFP/Getty Images)
Thor Heyerdahl, ad Azov, in Russia, nel 2001 (ALEXANDER NEMENOV/AFP/Getty Images)

La Norvegia ha deciso di restituire all’Isola di Pasqua ossa e manufatti che negli anni Cinquanta e Ottanta furono portati via dall’isola dall’esploratore Thor Heyerdahl. Alcuni rappresentanti del ministero della Cultura cileno (il paese sotto la cui giurisdizione si trova l’isola) si sono accordati a Santiago del Cile insieme a Thor Heyerdahl Jr., il figlio dell’esploratore, che ha agito come rappresentante del museo Kon-Tiki, dedicato alla più nota impresa del padre. Nel 1947 Heyerdahl decise infatti di navigare con una zattera dal Perù alla Polinesia, per dimostrare che era possibile che la Polinesia fosse stata abitata da popoli provenienti dal Perù e dalle terre degli Incas. In seguito al viaggio di 101 giorni sulla zattera, chiamata Kon-Tiki, Heyerdahl fece diversi altri viaggi: alcuni dei quali all’Isola di Pasqua, da cui portò via diversi oggetti e reperti. Non è però stato detto quando saranno restituiti.

La comunità dell’Isola di Pasqua, che si trova a più di 3.600 chilometri dalla costa del Cile, sta chiedendo anche ad altri enti e governi di riavere oggetti che nei secoli furono portati via dagli esploratori. Sta per esempio chiedendo che il British Museum di Londra restituisca uno dei moai (i famosi faccioni dell’isola) che fu portato via nell’Ottocento da esploratori britannici. La comunità dell’isola – il cui nome in lingua nativa è Rapa Nui – sta provando a spiegare che non si tratta solo di oggetti storici o artistici, ma anche e soprattutto di oggetti con un significato spirituale.