Manny Machado dei San Diego Padres si scalda prima di andare alla batttuta contro i San Francisco Giants (Denis Poroy/Getty Images)

È iniziato il baseball

Il tradizionale Opening Day – quasi una festa nazionale negli Stati Uniti – ha aperto l'attesa nuova stagione della Major League

La 150ª stagione del baseball professionistico nordamericano è iniziata ieri, mercoledì 28 marzo, con il tradizionale Opening Day della Major League, la giornata inaugurale considerata parte della cultura americana per il suo significato simbolico di ripresa, non solo sportiva. All’Opening Day di quest’anno hanno partecipato tutte le trenta squadre del campionato, impegnate in quindici diversi incontri, da Seattle a Miami, attirando come al solito centinaia di migliaia di spettatori anche grazie al bel tempo in quasi tutte le città interessate, compresa Cincinnati, dove venne fondata la prima squadra professionistica di baseball e in cui tradizionalmente viene lanciata la prima palla della stagione (che poi non è sempre la prima in assoluto, ma ci siamo capiti). Le partite dell’Opening Day sono state le prime delle 162 che ciascuna squadra disputerà nel corso della stagione regolare, esclusi quindi i playoff e le World Series.

La nuova stagione del baseball nordamericano è iniziata con molte novità. I campioni in carica sono i Boston Red Sox, che alle ultime World Series hanno battuto i Los Angeles Dodgers diventando la squadra più vincente del ventunesimo secolo, dopo le vittorie nel 2004, 2007 e 2013. Sono diventati anche la terza squadra con più titoli nella storia della Major League, a pari merito con gli Oakland Athletics. Le squadre più quotate per la vittoria di quest’anno sono gli Houston Astros, i soliti New York Yankees, che per provarci ci provano sempre, ma non vincono da dieci anni, e le due finaliste dalla passata stagione, Red Sox e Dodgers. Il campionato però è lunghissimo e c’è sempre spazio per sorprese e delusioni.

A dire il vero, sorprese ce ne sono già state. La stagione è stata preceduta da tre enormi operazioni di mercato che hanno scosso l’intero campionato. Il 21 febbraio l’interbase Manny Machado ha firmato un contratto decennale del valore complessivo di 300 milioni di dollari con i San Diego Padres, dopo essersi liberato Los Angeles Dodgers da free agent, cioè alla scadenza del contratto. Quello firmato da Machado con San Diego è stato il contratto il più lungo e redditizio mai ottenuto da un free agent nella Major League, ma solo per pochi giorni. Il 2 marzo l’esterno destro Bryce Harper, un altro free agent, è passato dai Washington Nationals ai Philadelphia Phillies con un accordo della durata di tredici anni per 330 milioni di dollari complessivi. Con il trasferimento di Harper le acque sembravano essersi calmate, ma invece lo stesso Harper ha contribuito all’ultimo grande scossone della Major League.

Dopo l’ingaggio con i Phillies, infatti, Harper aveva fatto una specie di appello a Mike Trout — esterno centro dei Los Angeles Angels e probabilmente il giocatore più forte e completo della sua generazione — invitandolo a trasferirsi anche lui, prima o poi, ai Phillies, la squadra che peraltro tifava da bambino. Con l’appello di Harper gli Angels non hanno voluto correre rischi e hanno iniziato la trattativa per il rinnovo di Trout, conclusa con un accordo dal valore di 430 milioni di dollari (380 milioni di euro) distribuiti nell’arco di dodici anni (circa 31 milioni di euro a stagione). Trout è diventato così il primo giocatore di baseball ad aver firmato un contratto superiore ai 400 milioni di dollari e il secondo sportivo più pagato al mondo dopo il calciatore Lionel Messi, oltre che il più pagato all’anno negli sport nordamericani.

Con i contratti offerti a Machado, Harper e Trout ora in molti si aspettano che le loro rispettive squadre costruiscano delle formazioni attorno a loro per puntare al titolo, anche se ci vorrà del tempo, dato che Padres, Phillies e Angels non sono comunque allo stesso livello delle grandi favorite.

In Italia l’intera stagione della Major League Baseball sarà trasmessa come lo scorso anno da Dazn, la piattaforma streaming online accessibile in abbonamento. Su Dazn il primo mese di iscrizione è gratuito, poi si pagano 9,99 euro mensili con rinnovo automatico che però si può annullare in qualsiasi momento. Il Post ha un’affiliazione con Dazn e ottiene un piccolo ricavo se decidete di provarlo partendo dal link di questa pagina.

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