Salvini ha invitato uno dei ragazzi dell’autobus incendiato a candidarsi in Parlamento, se vuole lo “ius soli”

«Intanto, la legge sulla cittadinanza va bene così com'è», dice il ministro dell'Interno

(ANSA/DANIELE BENNATI)
(ANSA/DANIELE BENNATI)

In questi giorni si sta parlando parecchio della possibilità di concedere la cittadinanza italiana a Rahmi e Adam, i due ragazzi che hanno contribuito a dare l’allarme e salvare le persone a bordo dell’autobus incendiato giovedì alla periferia di Milano, a causa di un dirottamento dell’autista. Due giorni fa il padre di Rahmi ha chiesto che a suo figlio venga garantita la cittadinanza italiana per effetto di una legge del 1992 che prevede questa possibilità per gli stranieri che rendano «eminenti servizi» allo stato italiano. Rahmi stesso ha rilanciato, in un’intervista del Corriere della Sera, chiedendo che la cittadinanza italiana venga data a tutti i suoi compagni stranieri ma nati in Italia: in pratica, Rahmi stava chiedendo di applicare il cosiddetto principio dello ius soli.

Della questione si discusse molto nella passata legislatura: il Partito Democratico propose una legge sullo ius soli e la fece approvare alla Camera, ma la ritirò prima di votarla in Senato per via della contrarierà dell’allora alleato di governo, il Nuovo Centrodestra. Allora, la Lega e il Movimento 5 Stelle si opposero all’introduzione della legge. Negli ultimi giorni Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno ribadito che il governo non intende proporne una simile. Salvini si è spinto oltre, invitando sarcasticamente Rahmi a candidarsi in Parlamento per proporla lui stesso (Rahmi ha 13 anni, e quindi dovrebbe aspettarne altri 12 per potersi candidare alla Camera, e altri 27 per il Senato).

«È una scelta che potrà fare quando verrà eletto parlamentare. Intanto, la legge sulla cittadinanza va bene così com’è»