L’assalto alla televisione pubblica serba, a Belgrado

Per la prima volta in quasi 20 anni, manifestanti antigovernativi sono entrati nell'edificio di RTS per chiedere più libertà di stampa

Un poliziotto serbo all'entrata della televisione pubblica a Belgrado (AP Photo/Marko Drobnjakovic)
Un poliziotto serbo all'entrata della televisione pubblica a Belgrado (AP Photo/Marko Drobnjakovic)

Sabato, per la prima volta in quasi vent’anni, manifestanti antigovernativi hanno fatto irruzione nell’edificio della Radio Televisione Serba (RTS), la televisione pubblica della Serbia con sede a Belgrado, la capitale. I manifestanti stavano protestando in particolare contro il presidente serbo Aleksandar Vučić, del Partito progressista di centrodestra, accusato di limitare la libertà di stampa e di espressione nel paese e di non permettere agli organizzatori delle proteste di parlare in televisione. L’irruzione, comunque, è durata poco ed è stata bloccata dalle forze antisommossa serbe, che hanno portato fuori dall’edificio i manifestanti, uno a uno.

L’ultima volta che manifestanti antigovernativi avevano fatto irruzione nella sede della televisione pubblica serba era il 5 ottobre 2000, durante le proteste che portarono alla fine del regime del presidente serbo Slobodan Milošević.

Le proteste di sabato, a cui hanno partecipato migliaia di persone, non si sono tenute solo a Belgrado, ma anche in diverse altre città serbe, tra cui Novi Sad, il secondo centro urbano più grande del paese. Le manifestazioni contro Vučić vanno avanti da dicembre: Vučić ha detto di non avere alcuna intenzione di piegarsi alle richieste dei manifestanti – riformare la legge elettorale e concedere più libertà di stampa –, ma ha aggiunto di essere disposto a testare la sua popolarità convocando elezioni anticipate.