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  • Giovedì 7 marzo 2019

Capire il cambiamento climatico

Con una mostra al Museo di Storia Naturale di Milano, aperta fino al 26 maggio

© Brian J. Skerry

Fino al 26 maggio al Museo di Storia Naturale di Milano si potrà visitare una mostra per capire le cause e gli effetti del riscaldamento globale, realizzata in collaborazione con National Geographic e con la curatela scientifica di Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana.

La mostra si intitola “Capire il cambiamento climatico” e parla degli effetti del riscaldamento globale – lo scioglimento dei ghiacci e l’aumento del livello dei mari, le catastrofi naturali, le ondate di caldo anomale, i rischi per gli animali – tramite fotografie (centinaia tra quelle realizzate da fotografi professionisti per la rivista del National Geographic), installazioni digitali, pareti interattive. È divisa in tre sezioni – Esperienza, Consapevolezza e Azione – che oltre a spiegare alcuni problemi del cambiamento climatico mostrano come le scelte politiche, culturali ed economiche abbiano influito sull’ambiente e quali gesti quotidiani possiamo fare per contrastarlo.

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È una buona occasione per cercare di capirne qualcosa di più su un tema importante e complesso. Il 2018 è stato il quarto anno più caldo mai registrato e lo scorso ottobre un nuovo rapporto sul clima diffuso dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) delle Nazioni Unite diceva che contro il riscaldamento globale non c’è più tempo da perdere e che i prossimi 12 anni saranno cruciali per evitare che l’aumento della temperatura media globale sia superiore a 1,5 °C. Quel limite è ritenuto una soglia di sicurezza accettabile per avere effetti contenuti e gestibili, riducendo i rischi che comporterebbe un aumento fino a 2 °C. Mezzo grado centigrado di differenza può sembrare poca cosa, ma il rapporto mostrava che è sufficiente davvero poco perché decine di milioni di persone in più soffrano le conseguenze della siccità, delle ondate di caldo e delle inondazioni lungo le aree costiere. In quel mezzo grado, ci potrebbe essere la differenza tra avere ancora barriere coralline vive e la presenza di ghiacci nelle estati Artiche o vivere in un pianeta senza coralli, con gravi danni per gli ecosistemi marini, e senza ghiaccio al Polo Nord per ampi periodi dell’anno.