Il consolato generale degli Stati Uniti a Gerusalemme verrà unito all’ambasciata, tra le critiche dei palestinesi

L'inaugurazione della nuova sede dell'ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme, con Ivanka Trump e il segretario del Tesoro statunitense, Steven Mnuchin, 14 maggio 2018. (Lior Mizrahi/Getty Images,)
L'inaugurazione della nuova sede dell'ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme, con Ivanka Trump e il segretario del Tesoro statunitense, Steven Mnuchin, 14 maggio 2018. (Lior Mizrahi/Getty Images,)

Il Dipartimento di Stato statunitense ha confermato domenica che chiuderà il consolato generale a Gerusalemme, che di fatto era la rappresentanza diplomatica statunitense davanti all’Autorità Nazionale Palestinese: le sue funzioni verranno accorpate a quelle della nuova ambasciata che era stata inaugurata a maggio per volontà del presidente Donald Trump. La decisione di accorpare le due strutture era stata annunciata ad ottobre scorso, per evitare lo sdoppiamento delle funzioni e creare un’unica missione diplomatica.

La decisione è stata fortemente criticata dai palestinesi, dal momento che fin dagli anni Novanta il consolato generale, che si trova in una zona neutrale della città, nel quartiere di Arnona, aveva lavorato come collegamento diplomatico tra gli Stati Uniti e i territori palestinesi, riferendo direttamente a Washington sulla situazione a Gerusalemme Est, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. A questo si aggiunge il fatto che la nuova ambasciata che raccoglierà le funzioni del consolato è quella che gli Stati Uniti avevano spostato l’anno scorso da Tel Aviv a Gerusalemme, provocando enormi proteste tra i palestinesi per il forte valore simbolico della decisione (Gerusalemme è infatti la città più contesa del mondo, proprio tra israeliani e palestinesi).